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mercoledì 8 luglio 2015

Le grandi scoperte di Unicam



C’è stato senz’altro un fortuito incastro di casualità per far uscire l’articolo sul grande impegno dell’Università di Camerino, un articolo che parla di storia altomedievale nella valle del Chienti, proprio il giorno del Convegno che tratta di Carolingi, appunto, nella valle del Chienti. Altrimenti dovremmo pensare che i professori accademici abbiano applicato complicati calcoli per far coincidere le due cose. Preferisco immaginare che si sia trattato di fatalità.
Così come, pure, credo sia fatalità il fatto che il professor Pambianchi mai cita una parola una riferibile ai carolingi, o che, magari, faccia un qualche tipo di riferimento alle intuizioni di quel Giovanni Carnevale che domenica a Montegranaro celebravamo e che, per primo, ha formulato ipotesi su San Claudio e la valle del Chienti. Casualità che il dotto Pambianchi abbia avuto intuizioni molto simili, anche se con decenni di ritardo rispetto a quelle del Salesiano.
Casuale, probabilmente, anche che le conclusioni che si riportano nel suddetto articolo di giornale siano poi le stesse pubblicate qualche tempo fa dal Comando Carabinieri a Tutela del Patrimonio Culturale di Ancona, e coincidano con le indagini georadar del professor Cardarelli e dell’ingegner Morresi. Tante coincidenze, davvero, tanto che si potrebbe anche pensare che Pambianchi non citi quanto sopra per altri motivi. Solo che non mi viene in mente nulla per il quale si possano fare delle omissioni o si possa prendere spunto da studi altrui senza citare gli altrui. Che poi, tutto sommato, nemmeno quei sostanziosi contributi di cui gode il progetto PicHer (così si chiama lo studio dell’Unicam, originale almeno nel nome) potrebbero giustificare l’ingrato comportamento di chi salta su cavalli altrui e gli cambia pure nome. Ma non è questo il caso. Qui siamo di fronte soltanto a una serie di curiose coincidenze.

Luca Craia