Una tale vittoria di Renzi non me
l’aspettavo proprio. Né mi aspettavo un risultato così scarso del Movimento 5
Stelle. L’euroscetticismo non è stato premiato in Italia come, invece, è
avvenuto in buona parte del resto dell’Europa. Perché? Credo che sia una
questione di paura.
L’Italiano non vede il proprio
futuro e si attacca alle poche, labili certezze che ha. Oggi Renzi, con tutte
le sue contraddizioni, con la sua aria da imbonitore televisivo, con la sua
anche profonda antipatia rappresenta comunque qualcosa di certo. L’Europa
stessa rappresenta una certezza. Credo
che l’Italiano sia cosciente che questa Europa vada cambiata radicalmente ma
teme la sua scomparsa, teme di restare fuori da qualcosa che, comunque, c’è e
rappresenta in qualche modo una sorta di protezione.
Il Movimento 5 Stelle, pur avendo
rivisto la sua posizione sulla politica europea sotto una forma meno
intransigente, spaventa per il tono utilizzato, per quel modo di attacco a
testa bassa che, alla fine, non piace e non paga. Ha molte ragioni da vendere
il movimento di Grillo, ma non risulta accattivante per l’elettore medio. Sostanzialmente
fa paura. E l’idea stessa di uscire dall’Europa fa paura anch’essa, sia perché è
evidentemente un’idea balorda, sia perché non si forniscono rassicurazioni
convincenti circa le conseguenze.
Infine va considerata la campagna
elettorale pressoché nulla. La maggior parte dell’elettorato si è trovato la
scheda in mano senza conoscerne i simboli, le liste, le proposte relative. Nessuno
si è prodigato per portare avanti un discorso con gli elettori, per informali. È
stata, forse, la campagna elettorale più spenta e abulica della storia. E l’elettore
che, comunque, voleva votare, ha votato quello che conosceva, anche se non gli
piace molto. E ha votato Renzi.
Luca Craia