Ha perso di tono la campagna
elettorale montegranarese. Dopo una partenza scoppiettante, dopo un periodo di
violenze verbali mai udite, dopo i manifesti strappati, le denuncie di presunte
“vessazioni”, dopo i duelli tra fratelli-coltelli e gli attacchi personali a
candidati e parenti degli stessi, ora sembra dormano tutti. Una campagna
elettorale che diventa scialba, con argomenti poveri, con un confronto pressoché
nullo.
I programmi sono quasi tutti sul
tavolo. Lasciano il tempo che trovano, come sempre. Si promette, una montagna
di blablablà, progetti faraonici e rivoluzionari, soluzioni per tutto e tutti
e, in realtà, leggendo bene, fuffa. Tanta fuffa. Certo, qualche spunto positivo
c’è, e facendo una bella cernita tra le tante stupidaggini, facendo una summa
tra quel che resta di buono tra tutti e cinque i progetti e facendone uno solo
forse, e dico forse, potrebbe venir fuori qualcosa di credibile e realizzabile.
In medio stat virtus, dicevano gli antichi. Certo che fare la media tra cinque
proposte non è facile. Povero elettore.
Non si parla di come si vuole
sviluppare economicamente la città, come la si vuole aiutare ad uscire dalla
crisi, come si intende sostenere l’imprenditoria, il lavoro, l’occupazione, l’integrazione
sociale. Se ne parla, intendiamoci, ma è un blablablà. Si parla di centro
storico, ne parlano tutti, sembrava dovesse essere il campo su cui giocare la
partita. Poi si scopre che Stranamore intende per centro storico viale Gramsci,
che sta fuori le mura, e che Gastone, che sembra averne un’idea un po’ più
precisa almeno puntando sul potenziamento di piazza Mazzini, che sta dentro le
mura, vuole però vendersi palazzo Francescani. Per il resto, le case che crollano,
la carrabilità, l’incentivazione all’investimento, nulla. Non si parla del
progetto Horizon 2020, che potrebbe essere la soluzione di tanti mali, e che
scade a breve.
Al di là delle promesse
luccicanti, insomma, non c’è nulla di rivoluzionario. E visto che le promesse
luccicanti saranno dure da realizzare data la situazione debitoria, quel che
resta è una vaga idea di ordinaria amministrazione. Si, sono pessimista, lo
ammetto. E fortemente tentato di andare al mare, il 25 maggio, dando retta, per
una volta in vita mia, a quel criminale di Craxi. Solo che devo tenere la
cripta aperta quel giorno. E chissà che non continui a piovere.
Luca Craia