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giovedì 23 giugno 2016

Nuovo incidente sulla Mezzina ma il semaforo non fa paura alla Provincia



Sono passati quasi tre mesi da quel tragico lunedì di Pasquetta in cui perse la vita la giovane montegranarese Gessica Sgariglia. La notizia fece scalpore, furono versati fiumi di inchiostro, consumate tastiere e sprecate un sacco di parole. Dopo un’iniziale indifferenza per l’accaduto, spinto dall’onda emotiva che a suo volta muoveva l’opinione pubblica, il Presidente della Provincia di Fermo, Aronne Perugini, si impegnò sulla stampa a trovare i fondi necessari per la messa in sicurezza della mezzina. Perugini affermò anche che la creazione di una rotatoria, in sostituzione dei semafori che regolano l’intersezione tra la stessa e la provinciale 27, luogo dove avvenne l’incidente di Gessica ma già teatro di molti altri, non era prioritario, salvo poi fare dietrofront e dichiarare che si sarebbe adoperato per trovare i fondi.
Stamattina c’è stato un nuovo incidente. Proprio lì, dove è morta Gessica. Quello di stamattina, grazie a Dio, è stato un incidente di lieve entità, ma ha richiamato alla mente a molti quanto accaduto l’ultima volta a marzo e quanto accaduto molte altre volte prima. Sono passati tre mesi. La domanda è: quanti ne passeranno prima che si faccia qualcosa?
È stato detto: ci sono i semafori, basta rispettarli. Vero, ma non è giusto che qualcuno muoia perché un altro non ha rispettato il semaforo. Non è giusto che qualcuno muoia perché qualcun altro si è distratto e non ha visto la luce rossa. Una rotatoria in quel punto ridurrebbe drasticamente la velocità di percorrenza della strada principale, eliminando quasi del tutto la possibilità che accadano incidenti gravi.
Qualcuno all’epoca disse che una rotatoria costa molto, forse troppo. Io risposi allora e ribadisco con tutta la forza che ho che una vita umana vale molto ma molti di più di una, cento, mille rotatorie.

Luca Craia

mercoledì 8 giugno 2016

Molini di Fermo, strada invasa dal fango da cinque giorni. Incidente ma il fango resta.



Con le piogge di sabato scorso, come capita quasi sempre quando piove un po’ più del normale (anche se il normale, ormai, è difficile da stabilire), in contrada Molini di Fermo, sulla Strada Provinciale 239, è scivolata una discreta quantità di fango dalla scarpata. Ovviamente nessuno l’ha rimossa e questa lunedì era ancora lì, a invadere la carreggiata per diversi centimetri. Diversi centimetri che non dovrebbero rappresentare un grosso problema per la circolazione ma, dato che quella strada è notoriamente molto, troppo stretta, anche questo piccolo spazio diventa un pericolo.
Infatti già lunedì mattina sul presto, verso le 8,00, è capitato l’incidente. Una Fiat Bravo ha messo le ruote sul fango, ha perso il controllo e si è rovesciata sul fianco. Non sembra ci siano state conseguenze gravi per gli occupanti dell’auto. Il punto, però, è che oggi, mercoledì, a cinque giorni dal giorno in cui la scarpata è colata sull’asfalto, ancora nessuno della Provincia di Fermo si è preso il disturbo di andare a pulire la strada. Eppure qualcuno che lavora in Provincia, in primis il Presidente, che arriva a Fermo da Montegranaro e quindi, presumibilmente, passa per di lì, se ne dovrebbe essere accorto.

Luca Craia

martedì 24 maggio 2016

La Mezzina e la memoria breve



Sono passati quasi due mesi dal tragico ultimo incidente capitato lungo la provinciale Mezzina, un incidente luttuoso che ha sconvolto, allora, cittadini e autorità e costretto il Presidente della Provincia Aronne Perugini, dopo una reazione iniziale piuttosto fredda, a parlare di investimenti per la messa in sicurezza della strada. Perugini, infatti, inizialmente aveva cercato di negare la necessità di intervenire sull’incrocio maledetto che tante vittime ha mietuto negli anni, dicendo che l’incrocio in questione “è regolamentato e ben visibile. Se uno non rispetta le regole, non possiamo fare altro”, salvo poi fare retromarcia qualche giorno dopo e dichiarare che c’erano disponibili circa 500.000 euro per intervenire sulla sicurezza dell’asse viario.
A distanza di quasi due mesi, però, non se ne parla già più. Oggi si ragiona sugli asfalti, importanti, per carità, e sembra che il problema si risolva semplicemente tappando qualche buca. L’opinione pubblica, a quanto pare, sembra essersi velocemente dimenticata del dramma e così il buon politico si sente autorizzato a sua volta a dimenticare promesse e impegni. Ma il pericolo rimane. Auguriamoci che non accada mai più niente di grave ma, facendo finta di niente, il politico si assume una grave responsabilità qualora dovesse capitare di nuovo.

Luca Craia