Siccome sono
più che certo che chi la usa non abbia cognizione reale del suo significato,
per il semplice fatto che, altrimenti, non la userebbe, perché usarla e dare un
pugno in faccia sono esattamente la stessa cosa, fornisco ai modaioli
montegranaresi il significato da dizionario Treccani della parola più in voga
al momento in paese.
èbete agg. e s.
m. e f. [dal lat. hebes -ĕtis, propr. «spuntato, ottuso»,
der. di hebēre «essere
smussato»]. – Ottuso di mente, deficiente: c’è chi
nasce e.; c’è chi diventa per l’infermarsi e ingrossare degli organi
(Tommaseo). È usato soprattutto come epiteto ingiurioso, anche come sost.: è un e., sei una vera e.; atteggiamento da e.; solo degli e. possono confondere le due cose!
Ricorrentemente a Montegranaro, come penso
anche da altre parti, c’è una terminologia giovanile che predomina a
prescindere dal reale significato della parola. Ne ricordo diverse, della mia
gioventù, e ne ricordo altre di quando ero bambino, parole usate da chi era più
grande di me ma ancora non adulto. Poi ci sono quelli che sono perennemente
giovani, i quarantenni mai cresciuti che campano del sussidio di papà e che si
credono ancora ventenni non sapendo che, invece, di anni ne hanno quattro in
testa e quaranta nel fisico. Tutti si adeguano all’uso di moda.
Questa, però, come dice la Treccani e altri
dizionari che ho consultato, è una parola ingiuriosa. Io, che scrivo molto
spesso in maniera graffiante, non mi sognerei mai di dare dell’ebete a
qualcuno, nemmeno al mio peggior nemico, nemmeno a chi ritengo che, tutto
sommato, lo sia. Credo che ci sia un confine tra l’essere caustici e l’essere
maleducati, e oggi, su Facebook, questo confine viene superato con molta,
troppa disinvoltura. Usare certi termini, oltre che a qualificarci in maniera
molto precisa sulla scala bassa dell’evoluzione della specie, è una forma di
violenza che non è più nemmeno verbale, diventa fisica. È bullismo, è quel
bambino cattivo che tiranneggia l’altro, che gli ruba i soldi per le merendine
o gli rende la vita impossibile solo perché
è diverso o, nel nostro caso specifico, non la pensa alla stessa maniera.
Insomma, prima di dire ebete a qualcuno, pensateci. Magari specchiatevi.
Luca
Craia