Integralismo.
Talebani. Ho sentito una storia triste e grottesca di un primo cittadino che
appellava un suo amministrato col termine “talebano” perché questi aveva
organizzato una serata di approfondimento sulla teoria gender. Talebano,
integralista. Che vuol dire? Il Sindaco in questione non è andato alla
manifestazione organizzata dal suo amministrato chiamato “talebano”. Non ci è
andato perché è fermamente convinto che la teoria gender non esista; del resto
il suo partito, che governa il Paese, ha detto e ripetuto che sono tutte
frottole. Del resto, a tale manifestazione, un esponente notevole di quel
partito, addirittura candidato sindaco un paio di tornate elettorali fa, non
senza difficoltà, attaccava l’oratore e contestava quanto da lui esposto senza,
però, portare uno straccio di motivazione alle sue argomentazioni. Talebano,
integralista. Non è forse più integralista chi un argomento non lo vuole
nemmeno sentire trattare? Non è forse più integralista che cerca di impedire
che certe manifestazioni si svolgano? Non è forse un talebano chi non si muove
di un millimetro dalla propria posizione, non ascolta posizioni contrarie, non
si espone alla discussione, al dibattito, al rischio di cambiare idea? Non è
talebano chi rifiuta aprioristicamente le teorie contrarie alla sua? E le
combatte senza neanche approfondirle, conoscerle? Non è forse talebano un Sindaco
che usa certi appellativi nei confronti di suoi amministrati, così, con
leggerezza, solo perché non la pensano come lui?
Luca Craia