Voglio essere sincero: quanto ho
letto sul Corriere Adriatico stamattina mi ha parzialmente confortato. Credevo
che a piazza Mazzini si fossero dimenticati delle promesse fatte in campagna
elettorale per il centro storico e invece, a quanto pare, qualche reminescenza
è rimasta. Si inizia a fare qualcosa e qualcosa è sempre meglio di niente. Si
ritorna, se non altro, ad occuparsi del problema e questa è cosa buona e
giusta. Certo mi sarei aspettato che, prima di parlare di piani
particolareggiati, l’assessore avesse consultato - a livello puramente
conoscitivo, ben inteso – le associazioni che si occupano da anni di centro
storico e che ne conoscono molto bene le problematiche ma, a meno che la mia,
di associazione, sia stata tralasciata (cosa di cui, comunque, non mi
sorprenderei) si è partiti motu proprio come sempre, alla faccia della tanto
sbandierata trasparenza e partecipazione. Però intanto si fa qualcosa e questo
va salutato come fatto positivo.
Ci sono perplessità e le enuncio:
prima di tutto la cifra di 5000 € stanziata è, consentitemelo, ridicola.
Incentivare il commercio con simili somme è come cercare di convincere qualcuno
a buttarsi dall’ultimo piano di un grattacielo spiegandogli che durante il volo
la sensazione è gradevole.
La seconda e più importante
riguarda la mira: l’obiettivo primario non è incentivare il commercio ma
incentivare l’investimento. L’investimento nel centro storico non è appetibile
prima di tutto per le problematiche urbanistiche che vi si sono innescate,
prima fra tutte la questione degli edifici pericolanti. Non è pensabile
investire in immobili a ridosso dei quali esiste il rischio di crolli. Non è
pensabile investire in immobili il cui valore è destinato a precipitare sempre
di più a causa delle condizioni generali dell’area. Non è assolutamente
pensabile innescare un’economia commerciale se non si valorizzano gli immobili.
Il primo passo, quindi, dovrebbe essere intervenire sugli immobili fatiscenti.
Un commerciante potrebbe fare l’uno e l’altro ma non è certo con un incentivo
di poche (pochissime) centinaia di Euro che lo possiamo stimolare.
Infine la questione piccioni. Se
è vero che finalmente si comincerà ad intervenire, suscita la mia ilarità
leggere che lo si farà tramite le tanto vituperate gabbie e, udite udite, con l’abbattimento
dei volatili. Per quanto mi riguarda ogni sistema può essere accettato purchè
sia legale ma mi domando cosa penserà della cosa la responsabile dello
Sportello Diritti degli Animali, molto legata allo stesso assessore, che
qualche tempo fa attaccò duramente Arkeo perché aveva “osato” raccogliere le
firme per sollecitare soluzioni alla questione piccioni e apostrofando me e ai
miei soci accusati di fomentare odio e
violenza verso i volatili. Ora che il suo amico assessore li vuole abbattere
come reagirà?
Luca Craia