Torno sull’argomento integrazione dopo aver letto la soddisfazione
espressa dal nostro Sindaco e dall’Amministrazione Comunale per la buona
riuscita del corso di lingua italiana per donne straniere. Vista la
partecipazione e i risultati va detto che l’iniziativa merita un plauso. Il problema
della lingua è serio e costituisce una delle barriere più importanti per l’integrazione
dell’immigrato e, se vogliamo riuscire ad avere una reale integrazione, va
risolto. La comunicazione e la reciproca comprensione è imprescindibile. Quindi
molto bene per l’iniziativa ben riuscita.
Il problema, però, è che l’integrazione necessità di altri importanti
interventi e non pare di vedere alcuna volontà di effettuarli, anzi. Ad
esempio: collocare tutti gli extracomunitari in un'unica zona, come il centro
storico o alcune vie circostanti, è pura ghettizzazione. Non mi sembra di
vedere alcuna volontà di mettere mano alla questione.
Poi leggo dell’assessore Basso che intende promuovere degli incontri
ad hoc per spiegare i meccanismi della differenziata agli stranieri, il primo
fra i quali a cura dell’Imam. Ritengo la cosa estremamente sbagliata, in quanto
lo straniero non deve avere questo genere di tutele, ma deve essere indotto a
integrarsi, a frequentare la vita sociale e civile del paese in cui vive. Era
importante far partecipare gli stranieri agli incontri comuni, cosa non
avvenuta. Fare delle riunioni apposta per loro è, ancora una volta, una
ghettizzazione. Occorre distinguere il buonismo ipocrita dalla reale volontà di
integrare. Mi pare che ancora si faccia confusione.
Luca Craia