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lunedì 12 gennaio 2015
lunedì 20 ottobre 2014
ALESSANDRO DE SOLLER: NON SMETTO DI CREDERE NEI SOGNI – di Anna Lisa Minutillo
E se ti dicono che oramai “sei
grande” ,che adesso è troppo tardi per realizzare i tuoi sogni, che è meglio se
ti accontenti di ciò che hai; tu pensa al fatto che Giorgio Armani ha aspettato
i 41 anni per realizzare la sua prima linea di successo, e da quel momento la
sua vita è completamente cambiata. Ora che sono arrivato al mio punto di svolta
l’emozione è tanta ma sono felice di aver portato a termine Il Segreto del
Torrione: è un grande sogno che si realizza! Spero vi piacerà e vi appassionerà
ma intanto sono fiero di aver avuto il coraggio di provare, E voi? Non pensate
sia il momento di riaprire il cassetto dei sogni?
Inizia da qui il mio incontro con
Alessandro De Soller autore di questo romanzo giallo fantapolitico, una persona
che non smette di sognare e non si da per vinta mi affascina sempre, forse
perché anch’io sono così e forse solo perché la creatività, la voglia di
mettersi in discussione, il coraggio di osare rendono liberi e questo non va
mai dimenticato.
Questa intrigante penna
brevemente mi racconta la sua storia personale e lo fa non tessendo lodi, ma a
tratti ed anche con un certo ritegno. Alessandro De Soller lavora come
commerciale in una multinazionale nel settore elettromeccanico ed ha trascorso
molti anni a leggere, mentre in gioventù era più attratto dai divertimenti. Ha
studiato ragioneria, ottica, geografia e scienze politiche. E’un appassionato e
cultore di musica. Ha seguito il corso del biennio del conservatorio e studia
uno strumento musicale da quasi 25 anni. E’un appassionato di sport. Ama
correre, andare in palestra e praticare arti marziali.
La disciplina è parte integrante
della sua vita. Senza di lei nessuno riesce ad avere i risultati sperati. Il
lavoro senza sudore non è soddisfacente. Emerge la sua natura semplice e
concreta, l’amore per la lettura e la disciplina ma anche per le cose semplici
che arricchiscono la vita; e mi piace come si racconta poiché non lo fa con
banale voglia di esporsi ma con un passo quasi impacciato intanto che cerca di
far cogliere l’essenza del suo vivere.
Gli domando come e quando è nata
la sua voglia di scrivere e questa è la sua risposta.
Ho iniziato a scrivere sin da
giovanissimo. Pensieri, frasi che raccoglievano gli stati d’animo di un
momento, appunti su qualcosa di particolare che mi era capitato. Ho pensato di
fare le cose sul serio, quattro anni fa, quando ho deciso di lanciarmi in
questo progetto, scrivere un libro è un’esperienza affascinante. Per prima cosa
conta l’idea, poi dopo è importante anche saper coniugare un gerundio, mettere
una virgola al posto giusto e rendere i pensieri scorrevoli, adatti ad una
lettura eterogenea.
Prosegue Alessando: Scrivo perché
è più facile di suonare e le idee, i voli pindarici, mi sommergono
quotidianamente. Inizialmente la scrittura è venuta molto facile, tanto da
farmi credere di esserne capace. Il dramma invece, si è presentato quando il
correttore di bozze ha visto in me uno stile personale che ha preteso
cavalcassi con una maestria che non avevo. E’ stato lì il vero nodo del bambù
di cui tanto parla Gandhi. Riuscire ad esprimersi con uno stile personale che
non copia nessun altro, ma che fuoriesce spontaneo. Le onomatopeiche, l’info
dumping in alcuni casi selvaggio, le digressioni e gli stop dell’azione a
creare un ritmo sinusoidale, fanno parte proprio della mia persona. Basta
saperli dosare con la giusta attenzione.
“Il segreto del Torrione”, questo
il titolo del suo libro, narra una vicenda che potrebbe benissimo verificarsi
anche nella realtà, forse per questo riesce ad avvolgere ed ad interessare il
lettore tenendolo con il fiato sospeso per arrivare a dipanare la situazione.
Protagonista del libro è Massimo
Pocuzzi, capo della Procura di Roma, che si tuffa in un’indagine imprevedibile.
Il capitano dei carabinieri Fulvia Nello e l’ex Col Moschin Marco Denni trovano
uno scheletro umano in una chiesa mitraica sotto la basilica di Santa Maria in
Trastevere. In un crescendo di retroscena e passaggi al fulmicotone, CIA, KGB,
Servizi segreti e Vaticano ci trasportano in un giallo fantapolitico che svela
segreti inconfessabili sullo sfondo della millenaria capitale.
Racconta ancora Alessandro De
Soller: Per scrivere Il Segreto del Torrione ho dovuto compiere studi
soprattutto sulla città eterna. Ho scoperto molte particolarità e curiosità che
ignoravo completamente.
Quindi deduco io che abbia dovuto
svolgere davvero un lavoro certosino ed una ricerca con amore nella sua città:
Roma. Il risultato ci avvolge e ci da la misura di quante cose non si conoscano
ancora della storia che è ferma nelle pietre delle nostre città, che spesso
calpestiamo ma non ci fermiamo mai ad approfondire realmente, sempre presi nelle
nostre vite che spesso senza passato hanno un incerto futuro.
Domando ad Alessandro quale fosse
il messaggio che voleva far giungere ai lettori con questo suo lavoro e mi
risponde: Spesso mi si chiede che messaggio volevo dare ai lettori. Ogni volta
rispondo allo stesso modo. Cercare la verità e non fermarsi alle apparenze,
lavorando sodo per crescere.
Mi piace questa risposta così
come mi piace questa persona che con un buon libro ci terrà incollati, ci
permetterà di guardarci dentro ma anche di cogliere qualcosa di noi che forse
avevamo lasciato lì sopita fra le pieghe della vita: la voglia di non smettere
di credere nei nostri sogni.
Sempre arricchente per me
confrontarmi con belle penne, con belle persone, con chi va avanti a vivere e
non ne ha mai abbastanza della vita ma anche dello sperimentare e nel cercare
di usare al meglio il tempo che abbiamo da vivere in questo meraviglioso mondo.
C’è bisogno di sperare e di dare speranza, c’è bisogno di non uccidere i sogni
e questo incontro per cui ringrazio Alessandro De Soller, sicuramente lascerà
delle belle tracce nella mia persona e spero anche in voi che magari scoprirete
in lui una valida fonte di idee e positività. Lo saluto e lo lascio al suo
lavoro, ringraziandolo per aver donato ad Alganews questo suo spaccato di vita
e per avermi concesso un po’ del suo tempo per questa breve intervista.
Anna Lisa Minutillo
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