Fa rabbia e tristezza vedere il nostro ospedale o, meglio, quello che
era il nostro ospedale, oggi praticamente deserto e svuotato di quasi tutti i
servizi. Quello che era una struttura all’avanguardia e un nosocomio che funzionava
anche grazie a professionalità importanti (ricordiamo, per citarne uno, il
compianto dottor Enzo Allegri), oggi, eccetto piccole ma preziose eccezioni
come l’Hospice e il centro per l’alzheimer, è una scatola vuota. Eppure la struttura
è ancora più che valida, la sua ubicazione ancora molto funzionale e la sua
potenziale utilità è palese. Perché lasciarlo in queste condizioni?
La
sanità fermana è in gravi difficoltà, con un ospedale centrale insufficiente,
un progetto per una nuova struttura che, per ora, è solo sulla carta e che
sembra vi debba rimanere ancora a lungo, i piccoli nosocomi periferici in
chiusura. I servizi diminuiscono nel momento in cui forse c’è maggiore domanda.
L’offerta si sta spostando nella sfera dell’imprenditoria sanitaria privata.
Non sarebbe forse il caso di approfittarne?
La
proprietà dello stabile è pubblica. Dopo aver visto naufragare progetti
faraonici e fantomatici, cliniche del piede che sono esistite solo nei sogni di
qualcuno, progetti di riconversione che non sono mai decollati anche per un’insufficiente
pressione politica, credo sia giunto il momento di rimettere mano allo stabile
e farlo rivivere, magari rendendolo anche remunerativo per la collettività.
Penso ad un bando per affidarlo a privati il locazione o, addirittura, alla sua
alienazione.
Uno
stabile così grande richiede manutenzioni costanti e costose. Allo stato
attuale è destinato a deperire e, quindi, a deprezzarsi. Penso sia il caso di
pensare ad un suo utilizzo che sia di salvaguardia economica dell’ente
pubblico, di utilità per la comunità montegranarese e che ne scongiuri il
degrado. Speriamo che la politica ci pensi, almeno. Prima che sia troppo tardi.
Luca Craia