Impera il
silenzio più assordante sull’argomento “referendum costituzionale” nelle bocche
dei componenti della maggioranza di governo montegranarese. Fatta eccezione per
una scarna comunicazione sulla pagina Facebook del Partito Democratico (tra l’altro
la pagina è di per sé luogo di silenzio, dove le pubblicazioni hanno frequenza
minima quadrimestrale) relativa a un incontro sul tema, tra l’altro andato
deserto, nessuno parla delle votazioni come se queste non esistessero.
Nonostante il Partito Democratico nazionale sia apertamente schierato per il
Sì, non registriamo prese di posizione da parte degli elementi di spicco della
sezione locale, primo fra tutti il Segretario Politico Cittadino, quel Roberto
Basso assessore di tutto o quasi. E, come il segretario, tacciono Sindaco,
Presidente della Provincia e tutti i Consiglieri che, a dire il vero, tacciono
sempre salvo diverse istruzioni.
Ma, se la
posizione ufficiale del partito nazionale lascia pochi dubbi circa quella dei
funzionari locali del PD, normalmente ben inquadrati nei ranghi, è più
interessante, forse, l’atteggiamento dell’altra componente della maggioranza, l’area
ubaldiana che, per quanto si dichiari civica, ha una collocazione ideologica
ben precisa e identificabile. E qui il silenzio fa fischiare le orecchie: non
parlano né Ubaldi né Gaudenzi che, per le loro idee, note e dichiarate
apertamente, non dovrebbero affatto, con un minimo di coerenza, condividere le
ragioni del sì. Però tacciono. E qui le cose sono due: o gli ex missini sono
diventati del PD (cambiando idea, cosa di solito intelligente, ma solo di
solito, non sempre) oppure la “ragion di Stato”, dove lo Stato è il Comune da
loro retto, è superiore al credo personale e alle proprie idee. E questo
spiegherebbe anche il silenzio dell’altro lato, forse imposto onde evitare
imbarazzi nell’alleato.
E l’elettore,
di solito uso a ricevere istruzioni dettagliate, in questo caso come si deve
regolare? Ci sono le direttive nazionali, certamente, e quelle, in mancanza di
input locali, dovrebbero essere la norma. Ma a qualcuno dei dubbi potrebbero
venire. Da ciò sospetto che coloro che tre anni fa dichiaravano un presunto
strapotere sui social, tanto da “far sparire L’Ape Ronza” (Roberto Basso
dixit), oggi sembra siano tornati a sistemi di comunicazione politica più
antichi: il pissi pissi bau bau.
Luca
Craia