Alessandro Maccioni, direttore Area Vasta 3 Marche |
Conobbi
Moreno in prima liceo. Era il mio compagno di banco, all’ultima fila di quell’aula
enorme al primo piano dei Salesiani di Macerata, di fronte al laboratorio di
fisica. Era un rocker spinto e ci piacemmo subito. Fu lui a placcarmi
impedendomi di farmi espellere quando mi lanciai tra i banchi per picchiare il
professore di matematica. Fu lui a farmi conoscere tanti gruppi rock che non
conoscevo. Eravamo buoni amici ma la vita ci separò, allontanando le nostre
strade.
Ho ritrovato
Moreno, anche se solo virtualmente, grazie a Facebook e ho scoperto che è
affetto da SLA. La SLA non è una malattia simpatica da prendersi perché è una
cosa che ti annulla piano piano, anche se, grazie a Dio, la mente del mio amico
è ancora brillante come sempre. Voglio raccontarvi la sua storia perché è l’emblema,
forse, del perché l’Italia è l’Italia e non, per esempio, la Germania.
Moreno ha
scoperto, tramite il suo neurologo, che il farmaco GM604
porta grande giovamento per la sua malattia. Non lo guarisce, ben inteso, ma lo
fa vivere meglio e, presumibilmente, più a lungo. Solo che questo farmaco in
Italia non si trova. Pace, direte, lo facciamo venire da dove si trova. Bene:
per poterlo far venire in Italia, Moreno ha dovuto ingaggiare una battaglia
legale contro la ASUR che non intendeva fornirgli questo servizio. Moreno ha
vinto la sua battaglia e ha potuto fare un primo ciclo di cure con il farmaco
GM604, ciclo di cure che gli ha portato grande giovamento. Solo che ora è
necessario importare di nuovo il prodotto per poter fare un nuovo ciclo.
Anzi, era necessario cinque mesi fa, ma il direttore generale dell’Area Vasta 3
Marche, Alessandro
Maccioni, uno dei tanti burocrati italiani che dovrebbero decidere sulle nostre
vite percependo stipendi che noi mortali non possiamo nemmeno immaginare, prima
ha deciso di non decidere per mesi e poi, dopo il clamore che la vicenda stava
suscitando, ha deciso, motu proprio, che Moreno dovrebbe richiedere una nuova
sentenza della magistratura ogni qual volta termini il farmaco e debba
riapprovvigionarsi. Quindi Moreno dovrebbe ricorrere alle vie legali, con i
tempi che tutti conosciamo, ogni volta che abbia bisogno di farsi arrivare la
medicina che lo fa vivere.
Eviterei
ogni ulteriore commento, mi pare superfluo, mi pare che la storia dica tutto da
sé. È una storia che parla di persone, di vite umane, di sofferenze e di altre
persone che, da dietro una scrivania, sfogliando libri di legge e, assumendosi responsabilità
non proprie, magari col solo intento di non modificare quel bel risultato
economico conseguito e che è valso una bella pacca sulla spalla dell’onorevole
X, prendono decisioni. Che conseguenzialmente a tutto questo ci siano esseri umani che soffrono
poco conta. Tanto lo stipendio, a fine mese, arriva comunque.
E questa è l’Italia,
dove il cittadino è un numero sul bilancio, dove la vita conta meno del denaro,
dove un burocrate firma le condanne.
Luca
Craia