Sì, facciamo un po’ di conti, visto
che, come ben si sa, la matematica non è un’opinione. Allora: a Montegranaro
gli elettori sono circa 9.000. Calcoliamo una percentuale di astensionismo intorno
al 30%, così, tanto per essere ottimisti. Ne deriva che a votare andranno 6.300
persone che dovranno scegliere il loro sindaco tra cinque liste (salvo
ripensamenti dei bassiani). Quindi, in media, ogni lista partirebbe da una base
di poco più di 1.200 voti. Cioè, nel caso le preferenze si equivalessero, si
potrebbe vincere le elezioni con 1.300 voti. Il 10% della popolazione. Grande
rappresentanza democratica.
Ora facciamo un po’ di previsioni,
così, tanto per farne, sperando non si offenda nessuno. Poniamo, ad esempio,
che Mariani prenda, che ne so, 1000 voti. Poniamo che il Movimento 5 Stelle ne
prenda altri 1.000. Poniamo che i bassiani, non ponendo limiti alla provvidenza
divina (e alla perseveranza nell’errore da parte di certi diabolici elettori)
ne prenda ancora 1.000. Poniamo che, come osservatori ben più preparati di me
stanno dicendo da tempo, a battersi per la vittoria in realtà siano Gismondi e la Mancini. Avrebbero
da spartirsi 3.300 voti. Poniamo anche come possibile un testa a testa.
Chi vincesse le elezioni lo
farebbe con poco più della metà di 3.300 preferenze, cioè con circa 1.700 voti.
Circa il 13% della popolazione. In conclusione, chiunque vinca le elezioni
rappresenterà un’esigua minoranza dei cittadini. A meno che non annienti gli
avversari, cosa che pare piuttosto improbabile. Per cui non avremo da
divertirci solo per i prossimi mesi ma anche e soprattutto per i prossimi 5
anni. Auguri Montegranaro.
Luca Craia