Tutti i centri storici d’Italia
sono abitati, più o meno intensamente, dai piccioni. Alcune città d’arte ne
hanno fatto addirittura una sorta di simpatica attrazione. Altre, la maggior
parte, a dire la verità, ne soffrono la presenza per via della produzione di
guano che, quando cospicua, diventa un problema sia di decoro urbano che di
pubblica sicurezza. Noi, comunque, consideriamo normale la presenza dei volatili
nel tessuto urbano ma possiamo pensare che essi siano, in qualche modo, autoctoni
oppure vi sono stati introdotti?
I piccioni sono animali
addomesticati da tempo immemorabile e da sempre utilizzati prevalentemente per
l’alimentazione umana. Nel medioevo, quando le città subivano spesso attacchi
nemici e finivano sotto assedio per periodi piuttosto lunghi, esisteva l’evidente
necessità di alimentare la popolazione nei momenti in cui ogni
approvvigionamento esterno era impossibile. Da qui la creazione degli orti
urbani, tramite i quali si provvedeva alla produzione di ortaggi e cereali, e
la presenza di animali da cortile all’interno delle mura castellane. Trai vari
animali da cortile, appunto, c’erano anche i piccioni.
Un mio amico ingegnere mi riferisce
che, proprio a Montegranaro, ha trovato frequentemente, durante
ristrutturazioni di immobili nel centro storico, in corrispondenza delle “buche”
nelle quali i colombi nidificano, degli sportelli tramite i quali, dall’interno
dell’abitazione, si poteva catturare l’uccello per poi cibarsene. Il piccione,
quindi, era presente nel tessuto urbano a scopo prettamente alimentare. Il suo
guano, poi, veniva raccolto e utilizzato per la concimazione degli stessi orti
urbani.
La natura semiselvatica dell’animale
ne ha evidentemente perpetuato la presenza nei centri storici. Infatti, mentre
polli, conigli e altri animali da cortile, una volta cessata la loro funzione
alimentare/bellica sono scomparsi dall’interno del castello, i colombi hanno
continuato a nidificarvi fino ai nostri giorni. Oggi, però, la loro presenza
non ha più l’utilità di un tempo e ne soffriamo piuttosto le conseguenze. Da
qui mi si consenta una battuta amara: visti i tempi grami che stiamo vivendo e
le buie prospettive che si delineano, forse la presenza dei piccioni potrebbe
tornare utile come una volta, chissà.
Luca Craia