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venerdì 27 gennaio 2017

Beverati fa infuriare gli Ebrei di tutta Italia con la sua Giornata della Memoria personale.



Non era facilissimo ma c’è riuscito. Giacomo Beverati, il colto assessore alla Cultura del Comune di Montegranaro, è stato capace, in un colpo solo, di fare arrabbiare gli uomini di cultura di sinistra (i sedicenti tali sono in tutt’altre cose affaccendati), di mettere in imbarazzo l’alleato di estrema destra e di mandare su tutte le furie la comunità ebraica di Facebook. Come ha fatto? Ha invitato un suo “grande amico” (sono tutti amici suoi, quelli che invita), Diego Fusaro, a parlare di “memoria contesa” al teatro La Perla.
Io non andrò  perché avro altro da fare, quindi non posso e non voglio scendere nel merito dell’argomento trattato. Però ho molti amici ebrei che mi hanno subito fatto notare quanto fosse brutto il concetto di “memoria contesa”, come se non esistesse una verità storica ma bisognasse trovarne una che accontenti tutte le parti in lizza, revisionisti compresi.
Le reazioni del mondo ebraico sul social network sono furiose e gli epiteti si sprecano, sia per il giovane filosofo che per il nostro assessore. Ho notizia di discussioni accesissime contro l'operato del nostro su diversi gruppi Facebook di cultura ebraica. C’è però un risvolto positivo: Montegranaro è diventata famosa. Grazie Giacomo!
                                      
Luca Craia

mercoledì 16 marzo 2016

Passaparola: vogliamo creare il museo dei ricordi



L’idea è venuta chiacchierando con un amico del Gruppo di Discussione de L’Ape Ronza, su Facebook. Questo amico si trova per casa alcuni oggetti che fanno parte della storia montegranarese e si domandava quanti altri nostri concittadini ne abbiano, magai in cantina o in soffitta: lettere, fotografie, oggetti, utensili, cartelli, manifesti e qualsiasi cosa possa portare la nostra mente nel passato. Perché non raccoglierli e allestire un piccolo museo della nostra memoria, dei nostri ricordi? Questo amico metterebbe anche a disposizione uno spazio per creare l’allestimento.
Così, in qualità di consigliere e presidente emerito di Arkeo, ho girato la proposta al nostro presidente che l’ha accolta con entusiasmo. Creare una sorta di esposizione dell’archeologia moderna montegranarese è pienamente in linea con gli scopi sociali del nostro sodalizio. Per cui eccomi qua a lanciare un appello ai lettori dell’Ape: se avete in casa o da qualche parte oggetti che possano essere esposti in questo progetto fatecelo sapere. Contattateci per e-mail (laperonzablog@gmail.com) o al telefono di Arkeo: 342.5325172). Costruiamo insieme il museo dei ricordi dei Montegranaresi.

Luca Craia

giovedì 11 febbraio 2016

La diversificazione dei morti ammazzati



A me dà molto fastidio, anzi, mi fa arrabbiare. Ogni anno tocca assistere a questa tristissima gara a quale morto sia più morto e a quale carnefice sia più carnefice. È più cattivo il nazistone o il comnunistaccio di Tito? Sono morti peggio gli Ebrei nei forni o gli Istriani nelle foibe? Tutto ciò mi manda davvero in bestia perché, vedete, secondo me è proprio per queste mentalità che tutta quella gente innocente è morta. È questa costante contrapposizione tra uomini che porta a queste mostruosità, questa necessità di schierarsi gli uni contro gli altri anche quando si dice la stessa cosa. Perché il punto è questo: se ci fa orrore il campo di sterminio ci deve per forza fare orrore la foiba. E viceversa.
Giocano su questo, i potenti. La divisione tra gente pensante è una cosa su cui lavorano da sempre, è quella che fa prendere loro maggior potere, è il fulcro tramite il quale riescono a spostare il mondo a favore dei loro interessi. Così ci fanno dividere tra juventini e milanisti, tra terroni e padani, tra comunisti e fascisti, tra pro unioni omosessulali e contro. E anche quando parliamo di concetti universali, di valori che non dovrebbero essere più messi in discussione come la vita stessa e il diritto di viverla, riescono a spaccarci.
Lo dico da sempre: contesto l’esistenza di due celebrazioni distinte. È per questo che, per me, il Giorno della Memoria racchiude la celebrazione e il ricordo di tutte le vittime della violenza politica e dei totalitarismi. Continuare a celebrare separatamente vittime della stessa disumanità, anche quando rivestita di involucri differenti, contribuisce a creare i presupposti perché quella disumanità sia potenzialmente rinnovabile nella storia futura. Ricordiamo le vittime tutte insieme: sono vittime della stessa cattiveria, dello stesso orrore, che si chiami comunista, fascista, nazista, o in mille altri modi diversi. Il genocidio, la violenza politica, la sopraffazione del potente sul più debole con ogni forma di violenza deve essere condannata con la stessa forza dagli uomini di buona volontà. Altrimenti siamo noi stessi complici di quella violenza.

Luca Craia