Il centro storico di Montegranaro
non è mai stato così degradato come in questi giorni. Lo dico in tutta onestà,
dopo anni di battaglie per sollevare la questione, dopo aver combattuto quotidianamente
con la passata amministrazione comunale, dopo averlo visto diventare prioritario
nelle promesse elettorali. Lo dico senza tema di smentita, perché chi ci vive,
come me, sa che quello che dico corrisponde al vero. Lo dico senza astio
alcuno, solo come constatazione dei fatti. Lo dico, però, anche con un pizzico
di rabbia in più del solito, perché chi amministra Montegranaro oggi aveva
promesso grandi cose per il paese vecchio, cose che, al momento, sembrano
lontanissime dal diventare reali. E non vale più come giustificazione il fatto
che la giunta si è più o meno appena insediata. Non è mai valsa, perché le
questioni erano già note, perché gran parte dei componenti dell’attuale
Amministrazione Comunale non vengono dalla luna ma sedevano sui banchi dell’opposizione
nell’ultimo quinquennio e, quindi, devono essere a conoscenza delle
problematiche in essere, perché ci è stato detto in campagna elettorale che
esisteva un progetto per il centro storico e per attuare questo progetto non
bisognava attendere nemmeno un’ora dopo le elezioni.
Oggi vediamo un grande impegno da
parte dell’assessore al turismo per portare gente a Montegranaro. Non entro nel
merito del metodo che sta usando e che contesto quasi integralmente, come ho
avuto modo già di dirgli. Non ci entro ma lo farò presto. Vorrei invece
focalizzare l’attenzione sulla curiosa dicotomia che si è venuta a creare tra i
due ruoli che il nostro amministratore ricopre: quello di assessore al turismo,
appunto, e di assessore con delega al centro storico. Mentre in un paese
qualsiasi questo sarebbe piuttosto normale, essendo normalmente il centro
storico di un paese meta di turismo, nel nostro questo stona, e anche tanto. Stona
perché il nostro, di centro storico, è in condizioni pietose e l’assessore
preposto, prima di giocare a fare la guida turistica, dovrebbe mettere in campo
tutte le iniziative possibili per risolvere l’annoso problema.
Così non è. Finora si è puntato
all’immagine, alla foto sul giornale. Non si è fatto un piano per la pulizia e,
soprattutto, non si è fatto un piano per eliminare radicalmente il guano di
piccione, che non si può semplicemente rimuovere (il giorno dopo si va punto a
capo): va studiata una soluzione per limitare la popolazione dei volatili. Ancora
peggio: non esiste al momento un progetto per il recupero degli edifici
pericolanti. Ora io capisco la smania di far vedere che si lavora, diffondendo
notizie su gruppi di turisti che vengono in visita a Montegranaro. Lo so che ci
vengono, ce li porto da cinque anni e se oggi ci vengono, consentitemelo, è
anche e soprattutto perché negli ultimi cinque anni c’è chi ha lavorato sodo
per promuovere Montegranaro. Però io sono stato e sono tuttora costretto ad
evitare le zone più degradate nelle visite che la mia associazione organizza. Lo
è anche l’assessore, evidentemente, solo che questo appare quantomeno risibile
proprio per il suo doppio ruolo. Anche l’assessore al turismo della vecchia
amministrazione era a conoscenza del problema. Lui però non era anche assessore
al centro storico e soprattutto non ha mai avuto velleità di fare il cicerone. Forse
un po’ di sobrietà, un po’ di concretezza e soprattutto il coraggio di mettere
in campo qualche idea propria piuttosto che pascolare sulle altrui fatiche non
sarebbe male.
Luca Craia