Il Sindaco di Monte Franoso aveva sempre sognato di fare il preside ma
si era sempre dovuto accontentare di fare il professore perché il concorso da
preside non lo aveva mai vinto. Probabilmente anche la sua smania di fare il
sindaco era una sorta di compensazione per questa sua passione per il comando,
ma una compensazione per difetto, in quanto la sua vera aspirazione era
comandare a scuola. Per questo motivo si comportava in Comune esattamente come
un preside, elargendo lezioni, ramanzine e scappellotti ad assessori,
consiglieri e impiegati.
Capitò che il preside della scuola montefranosina andasse in pensione
e c’era da sostituirlo. Il preside non era per niente contento di andare in
pensione perché amava il suo lavoro e aveva in piedi alcuni progetti che gli
sarebbe piaciuto portare a termine. Così chiese al provveditore di poter rimanere
un altro anno senza prendere lo stipendio. Il provveditore fece un balzo sulla
sedie quando sentì la proposta del preside di Monte Franoso e gli disse che
andava benissimo ma l’iter prevedeva che si facesse domanda direttamente al
ministero.
Qualche amico del sindaco mancato preside, però, dalle stanze del
provveditorato, seppe della cosa e informò il primo cittadino. Questi non era
mai andato d’accordo con preside e già aveva stappato una bottiglia di
Fontanafredda per festeggiarne il pensionamento. Quando seppe dell’intenzione
del vecchio dirigente di rimanere, dopo essersi fatto passare il conseguente
mal di testa con 15 pastiglie Valda e del bicarbonato di sodio, decise di
intervenire.
Chiamò un amico del suo partito che aveva un amico sposato con la
sorella di un amico della moglie del fratello del sottosegretario all’istruzione.
La strategia che misero a punto era semplice: mettiamo una persona amica sulla
poltrona di preside di Monte Franoso. La macchina di partito si mise in moto e,
in men che non si dica, fu dato incarico di preside al preside della scuola di
una città vicina che, però mantenne anche la poltrona di preside della scuola
in cui già stava e, quindi, raddoppiò incarichi e incrementò lo stipendio. Il tutto prima che il vecchio preside potesse
finire di firmare la domanda indirizzata al ministero.
Giocoforza il nuovo preside aveva ben poco tempo da dedicare al nuovo
incarico e, per di più, poco conosceva della scuola di Monte Franoso. Pensò
allora di farsi consigliare dal vecchio preside e confidò questo suo scellerato
intento al sindaco. Questi gli disse: “Ma no! Ti aiuto io! Sono anni che
insegno in questa scuola, so bene come fare, lascia stare quel bisbetico del
vecchio preside che sicuramente ti consiglierebbe male.
Fu così che il nuovo preside cominciò a prendere delle decisioni ma,
non fidandosi del tutto del sindaco, convocò ripetute riunioni di insegnanti
per capire i meccanismi della scuola, consumando un bel po’ del monte ore a disposizione
per le assemblee. Alla fine abdicò e disse al sindaco: “Ahò, che dovemo fa?”.
Allora il Sindaco gli fece nominare dei vicari, in modo che il preside potesse
restarsene tranquillamente nel suo vecchio ufficio a fare le sue cose come
sempre, avendo a Monte Franoso dei delegati. I delegati furono scelti tra un’ampia
rosa di nomi (tre) tutti amici del sindaco. Il Sindaco, a sua volta, cominciò a
stare più a scuola che in Comune, coronando il suo sogno di diventare preside
anche se, ufficialmente non lo era. Ovviamente, per far ciò, dovette
tralasciare molti impegni amministrativi, con grande vantaggio del paese di
Monte Franoso che cominciò ad andare un po’ meglio tanto che qualcuno si
chiese: “sarà mica tornato il commissario?”
Luca Craia