Quando si parla di ospedali, nel fermano, di solito si finisce sempre
nel campanilismo, si riduce il discorso a una lotta tra paesini a chi deve
tenersi il proprio nosocomio più per una questione di affettività che di
logica. Vorrei provare a fare qualcosa di diverso, sempre che sia possibile, in
un momento in cui l’argomento sanità è particolarmente di attualità.
Stanno accadendo cose meravigliose: mentre arrivano, puntualmente,
rassicurazioni da parte dell’assessore regionale Cesetti sul fatto che presto
si comincerà a costruire il nuovo ospedale di Fermo, cosa alla quale penso non
creda più nemmeno lui, apprendiamo che l’ospedale di Montegiorgio sarà
riconvertito il “casa della salute”. Ora, io non so esattamente cosa sia una
casa della salute ma assomiglia molto, come termine, ai tanti villaggi che sono
stati intitolati a Montegranaro senza mai aver funzionato. Solo che, nel caso
specifico di Montegiorgio, questa riconversione sembra vada a costare alla
collettività oltre il milione di Euro.
La domanda che allora mi pongo è questa: è necessario spendere questi
soldi? E mi rispondo: sì, se si vuole per forza adoperare la struttura di Montegiorgio,
vetusta e bisognante di interventi importanti. Allora mi faccio una seconda
domanda: come si può fare per risparmiare questi soldi, se non tutti almeno una
parte? E mi rispondo: ci sarebbe la struttura dell’ospedale di Montegranaro,
molto più recente, sostanzialmente in ordine, in parte ancora ben attrezzata e
soprattutto, in gran parte inutilizzata. E qui mi faccio una terza domanda: Cesetti,
tutto questo non lo sa? Mi rispondo: dovrebbe. Quarta domanda: allora perché va
a spendere tutti questi soldi a Montegiorgio mentre potrebbe risparmiarli
utilizzando la struttura di Montegranaro? La risposta la lascio a chi legge.
Il punto, però, è anche un altro: come mai Montegranaro, negli anni,
non è mai stato considerato, preferendo di volta in volta altri plessi che, a
rigor di logica (di spesa) avrebbero dovuto essere scartati? Come mai sono
stati spesi (e ancora si spendono) soldi pubblici in quantità a Montegiorgio o
Sant’Elpidio e a Montegranaro ci siano sempre accontentati di briciole e delle
fantasiose idee di Gianni Basso su fantomatiche cliniche del piede? La risposta
sta nella politica, nei personaggi che siamo riusciti a esprimere nel tempo e
al loro peso a livello regionale. E, visto il panorama attuale, c’è poco da
sperare. Ma tutto questo non tanto perché mi interessa avere una struttura
funzionante a Montegranaro quanto perché consentirebbe un notevolissimo
vantaggio economico per la Regione e, di conseguenza, per le nostre tasche.
Questo anche Cesetti lo sa. E i politici nostrani?
Luca Craia