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giovedì 29 dicembre 2016

Alla Sindaca l’inceneritore non dispiace?



È stata pubblicata integralmente la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle di Montegranaro nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale, una mozione che impegna il Sindaco “a esprimere contrarietà” nei confronti di una eventuale costruzione di un impianto per l’incenerimento dei rifiuti sul territorio comunale di Montegranaro. Questo perché il Governo Centrale ha disposto la costruzione di un impianto di questo tipo nelle Marche senza identificare l’ubicazione, e quindi occorre che, secondo le proprie prerogative, i Comuni contrari lo esprimano in maniera chiara, onde evitare brutte sorprese. Questa mozione è stata votata alla quasi unanimità dal Consiglio Comunale di Montegranaro, con la sola astensione del Sindaco, che sarebbe l’Istituzione chiamata a far rispettare la stessa mozione. Come mai?
Ho letto e riletto il testo della mozione e ho trovato solo la spiegazione tecnico-giuridica del perché il Consiglio Comunale ritiene di dichiararsi contrario alla costruzione di un tale impianto. È un’impostazione pienamente condivisibile a meno che uno non sia ideologicamente favorevole ad avere un impianto potenzialmente pericolosissimo per la salute umana sotto casa propria e dei propri concittadini. Quindi perché il Sindaco, Ediana Mancini, si è astenuta? È contenta di avere un inceneritore davanti alla finestra? E, soprattutto, in caso si decidesse davvero di costruire la centrale proprio a Montegranaro, quale sarebbe il suo comportamento? Una spiegazione sarebbe molto gradita, almeno dai cittadini più attenti.
                                                
Luca Craia

lunedì 5 dicembre 2016

Renzi si è dimesso. E la Mancini?



La conseguenza prima e più notevole dell’esito del referendum è stata la decisione da parte del Premier di dimettersi, decisione che è dettata da coerenza e logica, vista la valenza politica che lo stesso Presidente del Consiglio, stupidamente, ha dato al quesito referendario. Ma Renzi è solo la punta di un iceberg che sta navigando verso acque troppo calde per non sciogliersi: il PD. Il Partito Sedicente Democratico salva parzialmente la faccia solo grazie al dissenso della sua minoranza che, almeno, mantiene un minimo di credibilità per essersi schierata contro il Sì e contro il suo stesso segretario che, immagino, dovrà dimettersi anche da questo ruolo oltre che da quello di Primo Ministro.
Valenza politica al quesito è stata data anche a livello infinitamente più piccolo. Nel corso della seduta del Consiglio Comunale montegranarese, per esempio, durante la discussione dell’ultimo punto all’ordine del giorno, la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle per bloccare eventuali inceneritori di rifiuti sul territorio comunale, è emerso molto chiaramente come esponenti del PD nostrani abbiano dato valenza politica al referendum, arrivando prima a chiedere di stralciare i riferimenti allo “sbloccaitalia”, strettamente connesso con la riforma Renzi che avrebbe tagliato prerogative decisionali alle autonomie locali, per poi giungere alla clamorosa astensione della Sindachessa che si è posta addirittura in contrapposizione alla sua stessa maggioranza per tutelare le ragioni della riforma Renzi.
Ora vorrei sentire la Mancini, visto che il potere decisionale è rimasto nelle sue mani, cosa pensa di fare con la mozione approvata. La riforma di Renzi, che il nostro Sindaco auspicava, è miseramente naufragata di fronte alla volontà degli Italiani di salvare la democrazia. Quindi decidere sull’eventuale costruzione dell’impianto spetta al Comune che lei presiede e c’è una decisione del Consiglio da rispettare. Come si regolerà la Mancini? È favorevole o no alla costruzione dell’inceneritore, ora che il 60% dei Montegranaresi ha bocciato la riforma, con le stesse implicazioni politiche che hanno indotto alle dimissioni Matteo Renzi?

Luca Craia

giovedì 1 dicembre 2016

Inceneritore: il Consiglio dice no ma al Sindaco se ne frega.



Ultimo punto all’ordine del giorno della seduta del Consiglio Comunale di Montegranaro del 30 novembre era la discussione di una mozione del Movimento 5 Stelle diretta al divieto di installazione di impianti di incenerimento di rifiuti sul territorio comunale. Si tratta di una prerogativa dei Comuni, quella di poter legiferare su questa materia all’interno del proprio territorio, anche se la riforma costituzionale che voteremo domenica prossima contiene una norma che, se vincesse il Sì, abolirebbe questo potere, lasciando la possibilità di installare impianti di questo genere nelle sole mani del Governo centrale.
Era chiaro che la maggioranza, in particolare la componente PD della maggioranza, erano in forte imbarazzo di fronte a questa mozione che, in linea di principio, avrebbe dovuto essere condivisa da tutti. L’imbarazzo del PD era dato da due fattori: il referendum costituzionale che potrebbe togliere il potere decisionale ai comuni annullando ogni effetto dell’approvazione della mozione stessa, e la bocciatura di una mozione di circa due anni fa, sempre del Movimento 5 Stelle, in cui si chiedeva di assumere una posizione contraria all’articolo 35 del Decreto Sblocca-Italia che, appunto, attribuisce tale potere. Nella mozione di ieri sera, in effetti, c’era un richiamo esplicito a questo articolo ed è stata una scena memorabile assistere all’arrampicata sugli specchi, con annessa la solita bugia, di Aronne Perugini e Roberto Basso che chiedevano, per togliersi dall’imbarazzo di cui sopra, lo stralcio della parte, appunto, inerente questo articolo adducendo la motivazione che tale articolo era stato stralciato da tutti i comuni del territorio. Solo che non è vero: Fermo ha approvato in toto una mozione analoga e stamattina sul giornale appare la notizia che la stessa cosa ha fatto Monte Urano, paese governato da una compagine di stampo PD. Quindi bugie su bugie.
A voto, la mozione passa con un voto quasi unanime. Quasi perché c’è una sorpresa: nonostante le perplessità approvano la mozione anche Perugini e Roberto Basso e tutta la maggioranza ma il Sindaco si astiene. Avete letto bene: il Sindaco di Montegranaro, di fronte alla possibilità di impedire la costruzione potenziale di un inceneritore per rifiuti, altamente pericoloso per la salute pubblica, non è d’accordo e si astiene. L’astensione non è un voto negativo, è un fregarsene. Al Sindaco di Montegranaro, quindi, non importa se verrà costruito in inceneritore nel nostro Comune. Prendiamone atto.
Come si spiega questa posizione della Mancini? Sappiamo che è orientata per votare Sì al referendum costituzionale, quindi magari vorrebbe dimostrare una certa coerenza. Ma la coerenza non c’è in quanto la ricordiamo, la dottoressa Ediana Mancini, sulle barricate contro la centrale a biomasse di Villa Luciani, e ora non alza un dito, col potere attribuitole dalla legge in qualità di Sindaco, per impedire la costruzione di un ecomostro ben più pericoloso. SI astiene.
Il sospetto, però, è che siamo di fronte al solito dispetto della nostra maestra. La mozione è stata presentata da Endrio Pavoni, quello stesso Pavoni che, come membro della commissione mensa ha reso noto, tramite una relazione scritta inviata ai colleghi Consiglieri Comunali, quanto ha riscontrato nel suo sopralluogo nelle cucine. Una relazione preoccupante che non è piaciuta al Sindaco che ha rimproverato Pavoni per il suo operato, dicendo che si sarebbe aspettata che la questione fosse discussa solo tra Il Sindaco stesso e Pavoni, senza il coinvolgimento dei Consiglieri Comunali. Strano concetto di democrazia. Stesso strano concetto di democrazia esposto poco prima da Cristiana Strappa a proposito dell’appena eletta commessione per l’asilo nido, commissione mai riunita in passato e che, secondo la Strappa, non sarebbe necessario che si riunisca in futuro.
Insomma, un Consiglio Comunale scoppiettante e surreale che ha molto divertito chi ha seguito, eccetto forse la noiosissima relazione di Ubaldi sul bilancio che sembra studiata a tavolino per scacciare cittadini annoiati. Per il resto ne abbiamo viste delle belle, partendo dalla questione del Presidente del Consiglio Comunale che mi riprometto di trattare a parte.

Luca Craia