Ogni tanto, su queste
pagine, ne parliamo, cercando di ricordare alla comunità cittadina
montegranarese ma, soprattutto, a chi l’amministra l’esistenza del mulino
fortificato del Chienti, meglio conosciuto come Il Torrione. Si tratta di un
antichissimo manufatto, forse la testimonianza più antica, insieme alla chiesa
di Sant’Ugo, della storia di Montegranaro, databile a prima dell’anno 1000. Era
un mulino ma, all’epoca, i mulini venivano fortificati e difesi militarmente
per la loro importanza strategica in caso di guerra. Ad oggi la costruzione si
presenta priva di merli ma sostanzialmente integra, e sono ancora visibili il
canale di alimentazione dell’acqua, proveniente dal vicino fiume Chienti, e
quello di scarico.
Il Torrione fu acquistato
da un privato dall’amministrazione Basso per crearci una sorta di fattoria
didattica. Purtroppo il progetto si arenò e il monumento fu progressivamente
abbandonato e lasciato nell’incuria più totale. Fino al terremoto di agosto, il
mulino fortificato presentava diversi cedimenti ma la struttura sembrava
sostanzialmente intatta. Oggi, dopo i severi episodi sismici degli ultimi mesi,
la situazione sembra molto peggiorata, con crepe vistose che appaiono piuttosto
preoccupanti. E chissà se è mai stato fatto un sopralluogo per verificare seriamente i danni.
Il problema è che, per
ristrutturare l’antico edificio, occorre un investimento ingente e certamente
questo non è nelle priorità di questa amministrazione comunale che pare
concentrata in investimenti su altri comparti, come lo sport e il tempo libero,
tralasciando quasi completamente la cultura per la quale vengono destinati solo
pochi spiccioli e in maniera disorganica. Poche speranze, quindi, per i
torrione, e sarebbe davvero un gran peccato perdere questa formidabile
testimonianza del passato, importantissima da un punti di vista
storico-culturale ma anche come attrattiva turistica. L’unica strada forse
percorribile è la cessione a un privato che la ristrutturi per attività
economiche, ovviamente nel pieno rispetto del valore storico del bene. Una
strada percorribile seppure con molte difficoltà vista la situazione
contingente. Ma, purtroppo, non sembra essere nelle corde dell’assessore alla
cultura. Ma siamo ancora in tempo, forse.
Luca Craia