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venerdì 25 settembre 2015

La maggiorana minoritaria e il nervosismo che ne consegue



Mi ha fatto riflettere la lettura integrale della missiva inviata da Annalena Matricardi, ex dirigente dell’Istituto Comprensivo Montegranaro – Monte San Pietrangeli, al Consiglio di Istituto della scuola da lei diretta fino a pochi mesi fa. La lettera fa un’analisi molto lucida dell’operato dell’Amministrazione Mancini all’interno della scuola, denunciando un comportamento politicamente censurabile fatto di ingerenze e, soprattutto, di scarichi di responsabilità piuttosto pesanti. Ma non è il contenuto della lettera a far scalpore, in quanto esso era già noto a chi è minimante attento ai fatti che riguardano il nostro paesino. Il fatto di rilievo risiede proprio nella necessità avvertita dall’ex preside di dover esternare questo suo profondo malessere causato dal suddetto comportamento.
La lettera della Matricardi arriva dopo un Consiglio Comunale dove il Sindaco ha esordito con un intervento molto forte, a tratti addirittura violento, che ribadiva la non accettazione da parte della maggioranza di alcun tipo di commento negativo, critica, considerazione avversa. Questo perché questo tipo di esternazione si sta moltiplicando e quello di Annalena Matricardi e solo l’ultimo in ordine di tempo. In vita mia (e comincio avere un’età in cui posso guardare parecchio indietro negli anni) non ricordo un’amministrazione comunale montegranarese così oggetto di critiche da parte della società civile sotto ogni forma. La reazione del Sindaco è la prova della difficoltà in cui si trova ma anche di una profonda insofferenza verso la critica che, nella condizione minoritaria in cui versa la maggioranza di governo (per quanto paradossale, la maggioranza è in minoranza nella società civile), diventa un problema serio.
Il cittadino oggi è molto più attento che in passato e nota quello che sta accadendo, con pezzi di società civile presi d’assalto e polverizzati da questa amministrazione: la Proloco affossata definitivamente, l’associazionismo messo in serissime difficoltà, Veregra Street posta in discussione in maniera totalmente illogica, la graduale occupazione di posti considerati strategici, ora la scuola. Sembra che ci sia una volontà inspiegabile di distruggere. Ma non credo sia volontà; è solo ansia di prestazione, consapevolezza dei propri limiti dovuti, appunto, a seri problemi di consenso.
L’atteggiamento perennemente ostile, niente propenso alla mediazione, non aiuta affatto. E, per quanto il campione di questo modus operandi all’interno della coalizione sia il Vicesindaco, il Sindaco non difetta affatto di questa particolare prerogativa. Ed è in aumento anche in esponenti che, fino a poco fa, si erano distinti per il loro carattere più diplomatico e accomodante. Penso al Perugini o a Roberto Basso. Credo che questo evidente nervosismo derivi proprio dalla consapevolezza di non rappresentare la maggioranza dei montegranaresi. Credo anche che, in questo momento, l’amministrazione Mancini non rappresenta più neanche la totalità dei propri elettori. È per questo che, nel mio piccolo e il più modestamente possibile, mi sento di consigliare al Sindaco e ai suoi collaboratori un atteggiamento più vicino al cittadino, meno sprezzante, meno, se vogliamo, arrogante. Gioverebbe alla loro immagine, al rapporto con la cittadinanza e alla città stessa, creando i presupposti per quel clima privo di veleni auspicato a parole da Sindaco ma promulgato coi fatti.

Luca Craia


giovedì 7 agosto 2014

Amministratori nervosi, diritto di critica e dovere di ascoltarla.



Io credo che un politico in generale e un amministratore in particolare abbia delle responsabilità anche quando parla d’altro, fuori dal proprio ruolo. Credo - ed è un mio pensiero, intendiamoci – che un amministratore abbia il dovere di non perdere le staffe quando viene criticato e di mantenere un atteggiamento equanime anche di fronte al più accanito oppositore (quando questi non sia offensivo) piuttosto che al semplice cittadino che abbia da fare le sue rimostranze, le sue segnalazioni, i suoi distinguo. Capisco che a nessuno fa piacere essere criticato ma un amministratore, se sceglie di candidarsi ad esserlo, deve essere poi preparato a subire giudizi avversi. Oggi, poi, i mezzi per manifestare dissenso in pubblico sono tanti e potenti, vedi i social network, ad esempio, o questo stesso blog. L’amministratore deve saper rispondere pacatamente alle critiche oppure, al limite, tacere. Mai e poi mai deve scagliarsi contro chi esprime un’opinione contraria alla sua, semmai deve cercare di confutarla argomentando.
Noto, invece, in molti attuali amministratori montegranaresi (ma, se vogliamo, è una degenerazione generalizzata della classe politica) un forte nervosismo e una fortissima propensione a reagire stizziti, quando non rabbiosi, alle critiche. E non lo si fa d’impeto in una discussione, lo si fa lanciando anatemi sui social network. Si dimentica che il cittadino ha il sacrosanto diritto, almeno finchè siamo in questa specie di democrazia che ancora ce lo consente, di esprimere le proprie opinioni anche contrarie a chi governa, fermo restando il rispetto che si deve alla persona.
Io non so con chi ce l’avesse il vicesindaco, spero non con me, quando ha scritto questa frase sulla sua pagina Facebook: “quanti finti moralizzatori......e se poi si va ben a scavare in ognuno dei presunti duri e puri, ci si accorge quasi sempre, che la regola del duro e puro vale solo per gli altri. Va bene essere degli attenti censori di quanto accade, soprattutto nei confronti di chi gestisce la cosa pubblica, ma prima bisogna vedere cosa succede a casa propria...ad ogni livello: politico, sociale, religioso e soprattutto urbanistico......a Montegranaro in particolar modo. Mi diceva mia nonna che è vissuta 101 anni: "La Messa è per chi la sente" mi permetto di aggiungere più modestamente: "Anche per chi la dice e per chi la serve", a partire dai bastian contrari di casa nostra....”.  Con chiunque ce l’avesse la frase non si addice ad un amministratore che rappresenti tutta la cittadinanza, anche quella che non gli ha votato o che, comunque, lo giudica negativamente. Suona male, traspare rabbia, sembra minacciosa.
La critica è una fatto positivo: rappresenta un momento costruttivo, la conseguenza della speranza di miglioramento. Si sbaglia a preferire il silenzio. Il silenzio, quando non consegue alla perfezione (che non è di questo mondo e certamente non di questo paese) presuppone la disperazione. Io voglio criticare liberamente, senza per questo ricevere insulti (ne arrivano a pacchi, anonimi, sul blog, da parte di “ammiratori" di questa maggioranza e, in particolar modo, del suddetto vicesindaco) e leggere frasi minacciose. Miglioriamo la nostra qualità intellettuale, il rispetto per il cittadino, il nostro concetto di libertà democratiche. Ce la possiamo fare. Coraggio!

Luca Craia