Voglio fare
una breve considerazione sulla questione delle Olimpiadi a Roma perché,
francamente, non capisco. Ci sono, come sempre in Italia, le due tifoserie
opposte, il bianco e il nero senza sfumature intermedie, che si battono a colpi
di dialettica (dialettica?) per perorare la propria causa. Solo che chi è
contrario alle olimpiadi spiega il motivo, ossia che non sarebbe questo il
momento di spendere tutti i soldi necessari per l’organizzazione di un evento
di questo tipo. L’altro fronte, quello favorevole ai giochi a Roma, spiega il
suo convincimento proponendo a motivazione il prestigio che ne seguirebbe. Ma,
in fatto di spreco di soldi, non controbattono.
Ora mi
domando: visto che i debiti delle olimpiadi di Roma del ’60 li stiamo ancora
pagando e quelli del Mondiale di Calcio del ’90 dovremmo aver finito di pagarli
da poco, quale sarebbe il vantaggio per l’Italia, a parte il prestigio che,
come ben sappiamo, non si mangia, nell’investire una somma verosimilmente
ingente per organizzare le olimpiadi? Il cittadino italiano che vantaggio ne
trarrebbe?
Qualcuno mi
ha già risposto che, investendo in questo senso, si muove l’economia e si
stimola la crescita, che l’investimento in lavori pubblici dovrebbe muovere il
PIL eccetera eccetera. Posto che gli investimenti di questo genere, in passato,
non hanno dato grandi risultati in questo senso ma hanno contribuito alla
crescita del debito pubblico, l’idea generale che riesco a farmi è che l’unico
vantaggio sia per la solita cricca distributrice di mazzette e bustarelle. E al
cittadino rimangono, come al solito, i debiti da pagare. Oltre che il
prestigio, naturalmente.
Luca
Craia