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sabato 31 dicembre 2016

Gli auguri delle opposizioni alla Mancini. Fine anno scoppiettante. E preoccupante



Ci sono andate giù dure le opposizioni montegranaresi nel loro “bilancio” di fine anno. Ha cominciato SEL e proseguito Viviamo Montegranaro con una serie di valutazioni che definire negative è riduttivo. Manca all’appello il Movimento 5 Stelle che, magari, potrebbe uscire oggi ma, anche non lo facesse, sappiamo abbastanza bene quale sia il giudizio grillino sull’Amministrazione Comunale di Montegranaro. Del resto non potevamo aspettarci nulla di diverso: l’operato della Giunta Mancini è sotto gli occhi di tutti e, a fronte di tante parole spese su stampa e social, sotto la guida attenta di un professionista (altrimenti da soli non sarebbero stati capaci di comunicare, lo hanno dimostrato ampliamente fino alla fine del 2015) ci sono soltanto una serie di interventi di ordinaria amministrazione, alcuni disastri in ambito sociale e un progetto, ancora sulla carta, che non piace quasi a nessuno, quello per viale Gramsci.
Ma sono anche i toni usati dagli stessi Amministratori nel loro comunicare a provocare reazioni pesanti, toni l’ultima volta usati in occasione della conferenza stampa di fine anno, in cui ci si vanta di cose non fatte, abilissimi nel prendersi le medaglie altrui, si spacciano per grandi opere pochi metri quadrati di asfalti rattoppati, si millanta il successo di una raccolta differenziata che è vistosamente e inequivocabilmente peggiorata rispetto al passato (ricordiamo che il buon risultato ottenuto come “comune riciclone” si riferisce alla gestione della vecchia ditta, non della nuova), addirittura si vedono successi in un centro storico mai così degradato. Insomma, la reazione dell’opposizione se la sono cercata.
La spavalderia della Giunta Mancini, però, ha un fondamento: lo zoccolo duro dell’elettorato PD. Gli ex compagni, infatti, nonostante il ripetuti cambi di nome e di pelle, nonostante essere passati dall’essere il partito dei lavoratori a quello dei finanzieri e degli intellettuali da salotto, sanno di poter contare su un patrimonio elettorale quasi intoccabile che io stimerei, a Montegranaro, sui 1500/1800 voti. Sono voti che, per quanti disastri un sindaco del PD possa compiere, non sciameranno mai. Sono la tifoseria, quelli che vanno a votare con la bandiera rossa nel cuore e non accorgeranno mai del cambiamento di colore, sono quelli che eseguono, che ingoiano, che dicono “teniamo duro, passerà anche questo sindaco ma non il partito”.
Lo sa bene anche Ubaldi che sa anche di dover recuperare. Forse anche per questo ha fatto dichiarazioni firmate col suo movimento e non insieme alla Giunta. Ubaldi sa che molti suoi elettori non hanno capito questa alleanza pseudocomunista, e stanno mal digerendo l’operato, anzi, il non-operato di questa amministrazione. Ubaldi deve mantenere la sua quota di voti ma per lui non è facile come per i suoi alleati, lui l’ideologia l’ha calpestata da un pezzo.
Quindi possiamo aspettarci un 2017 sulla falsariga dell’anno che stiamo lasciando, con toni grevissimi nella dialettica politica e una qualità della politica stessa a livelli di minimo storico. È preoccupante perché, in questa delicatissima fase economica e sociale, Montegranaro avrebbe bisogno di essere amministrato diversamente, più dinamicamente, più coraggiosamente ma, soprattutto, con una sensibilità verso le reali esigenze del paese molto diversa da quella attuale che, in verità, non c’è. Le opposizioni fanno bene e stanno lavorando sodo, ma non basta. Occorre che siano i cittadini a svegliarsi, a partecipare, a chiedere che Montegranaro cambi marcia. Solo un risveglio dei cittadini potrà forse cambiare qualcosa.
                     
Luca Craia