Non ne volevo parlare ma alla
fine cedo anche io perché questa storia della statua di Papa Giovanni Paolo II potrebbe averla scritta Pirandello. Voglio, però, fare una premessa: per
me quella scultura è talmente brutta che può restarsene tranquillamente dov’è,
anzi, la rimanderei direttamente all’autore e mi farei ridare i soldi, tanti,
che sono stati pagati per quell’obbrobrio, con tutto il rispetto per il Papa
Santo al quale, comunque, somiglia come io somiglio a Richard Gere.
Ciò posto andiamo a vedere le
enormi baggianate che sia Basso che Gismondi stanno gareggiando a dire. Dunque:
Basso fa scarica barile, convinto che la statua possa stare all’esterno. Ma non
ce l’ha messa perché era in scadenza di mandato (quanta roba non ha fatto Basso
perché in scadenza di mandato. Ma s’era lasciato davvero tutto per gli ultimi
giorni, eh?) e quindi si aspettava che a provvedere fosse l’amministrazione che
gli ha succeduto, quella stessa in cui lui era Presidente del Consiglio
Comunale (come giustamente dice Gismondi). Ma evidentemente, una volta che la
scultura è finita sotto la chiesa di San Serafino se l’è scordata pure lui.
Gismondi, invece, dice che l’opera
d’arte è fatta di un materiale fragile e che, quindi, non può essere collocata
all’aperto se non con una struttura protettiva. Quindi la sua collocazione
nello sgabuzzino era provvisoria, in attesa di trovare fondi per realizzare
tale struttura. Fondi che, però, in quattro anni e mezzo non sono mai arrivati.
In questi quattro anni e mezzo, in realtà, qualsiasi cosa si andasse a chiedere
in comune (pulizia strade, interventi di manutenzione, messe in sicurezza, ecc…)
la risposta era sempre la stessa: ora non ci sono fondi, provvederemo quando
avremo i soldi. Quattro anni e mezzo senza un centesimo da spendere, neanche
per comprare un paio di tubi di metallo e un po’ di plexiglass e far realizzare
un telaio a un dipendente comunale, in economia, così da togliere la statua
dallo sgabuzzino.
Ultimamente, invece, pare che di
soldi ne stiano per arrivare parecchi in Comune, viste le promesse elettorali. Chissà
se, dopo aver realizzato velodromi, piscine e altri mirabolanti progetti
avanzerà qualche centesimo per l’alloggiamento della statua del Papa Santo?
Luca Craia