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martedì 17 gennaio 2017

I comuni “car friendly” e l’opportunismo di non fare le multe



Ogni volta che leggo che un Comune sia car friendly perché non fa le multe mi viene una sincope. È come dire che la sanzione è sbagliata, che la norma è sbagliata e che si può tranquillamente disattenderla. Stamattina leggevo sul Corriere Adriatico di quando siano buoni a Monte Urano che non fanno le multe, e ripensavo anche ai colleghi montegranaresi che hanno dichiarato la stessa cosa a fronte di un monte contravvenzioni annuo che definire ridicolo è un eufemismo.
Non fanno le multe, i Sindaci moderni, perché loro non fanno cassa in questo modo. No, loro preferiscono fare cassa con le tasse, facendole pagare a tutti, anziché sanzionare chi ha un comportamento sbagliato. Fare le multe è brutto, secondo questi illuminati amministratori, perché si diventa brutti e cattivi. Ma soprattutto, e diamolo una volta per tutte scansando l’ipocrisia dal campo, fare le multe fa arrabbiare la gente e c’è il rischio che poi, la gente, quando va a votare se ne ricordi.
Si tratta di ipocrisia, infatti, non di essere buoni e garantisti. La sanzione è uno strumento previsto dalla legge e ha una duplice funzione: punire ed educare. Non fare le multe equivale a legittimare il comportamento errato, e lo vediamo bene, nelle nostre zone, quanto sia considerato legittimo ignorare bellamente il codice della strada. Ma i nostri amministratori non vogliono far cassa con le multe. Magari fanno cassa con le imposte sui rifiuti, con quelle sull’occupazione del suolo pubblico, con le addizionali. Ma con le multe non sia mai: il cittadino multato è un cittadino arrabbiato, e un cittadino arrabbiato può farti perdere un sacco di voti. Che parcheggi dove gli pare.

Luca Craia

martedì 25 ottobre 2016

La seconda Giornata del Parcheggio Creativo



La prima edizione della Giornata del Parcheggio Creativo era nata su proposta di un amico all’interno del gruppo di discussione de L’Ape Ronza su Facebook e aveva raccolto centinaia di foto di auto parcheggiate in maniera “creativa”. Purtroppo, oltre alle foto, non abbiamo raccolto risultati apprezzabili: la gente continua a parcheggiare in maniera ignobile e a ignorare regole, educazione e rispetto per gli altri. È vero che questo accade un po’ dappertutto, ma a Montegranaro, almeno a noi, pare che la cosa sia particolarmente accentuata, forse aggravata dalla pressochè totale assenza di controlli e sanzioni sulla sosta. Infatti sono diversi anni che l’ammontare delle contravvenzioni si assesta intorno ai 30.000 Euro annui, cifra decisamente troppo bassa guardando come si parcheggia normalmente in paese.
Sempre all’interno del gruppo Facebook abbiamo deciso di riprovarci e anche quest’anno proponiamo la Giornata del Parcheggio Creativo, fissata per sabato 29 ottobre ed estesa anche a domenica 30. Come funziona? Chiunque vorrà potrà immortalare i parcheggi ignobili che troverà in giro per il paese e inviarceli tramite mail (laperonzablo@gmail.com) o tramite messaggio Facebook. Le foto più interessanti e rappresentative verranno pubblicate sulla pagina Facebook de L’Ape Ronza, con la targa, ovviamente, oscurata e in perfetto anonimato per chi le ha scattate. Non si vince niente, non è un concorso. Lo scopo è soltanto quello di sensibilizzare la gente ad avere maggior rispetto di regole e prossimo, parcheggiando in maniera consona a un paese civile. Non ci aspettiamo certo di far cambiare mentalità a certe persone con questo, ma forse potrà contribuire, nel tempo, a migliorare la qualità della vita di tutti i Montegranaresi.

Luca Craia

venerdì 29 luglio 2016

Finalmente ci si occupa di centro storico. Per peggiorarci la vita. 10 parcheggi in meno.

In rosso le aree in cui sarà vietato parcheggiare

Finalmente arriva un provvedimento che interessa il centro storico di Montegranaro. Peccato che sia un peggioramento della già complicata qualità della vita dei residenti. Come si sa, nel centro storico gli spazi sono angusti e i posti auto sono estremamente limitati, insufficienti per contenere le vetture di tutti i residenti. La situazione è ulteriormente peggiorata dopo l’assegnazione degli alloggi popolari, aumentando la popolazione e, di conseguenza, le vetture che necessitano di spazio per la sosta.
Per ovviare il tutto la Polizia Municipale ha pensato bene di eliminare di fatto almeno altri dieci posti auto che interessano l’area. Con due ordinanze distinte, la 94 e la 95, si ordina il divieto di sosta con applicazione di paletti dissuasori in via Solferino, nell’area sottostante la torre dell’acquedotto, in via Risorgimento, tra il semaforo e la strettoia, e in via Sant’Ugo, dall’ex macelleria al restringimento di carreggiata.
Per via Solferino la motivazione è che il martedì c’è mercato e devono passarci i mezzi degli ambulanti. Ma sarebbe bastato un divieto limitato al martedì mattino. Per la zona della strettoia la motivazione è oscura; ci si preoccupa dell’incolumità dei pedoni e non ci si accorge che non ci sono neanche le strisce pedonali per chi scende a piedi dal centro storico.
Come sempre si prendono decisioni senza ascoltare i cittadini. Si prendono decisioni senza avere cognizione delle reali problematiche di chi vive in una determinata zona. Si prendono decisioni senza rendersi conto delle conseguenze che comportano.
Non sono provvedimenti da poco conto come potrebbe sembrare. Il problema del parcheggio è molto sentito nel centro storico; la scarsa carrabilità unita alla difficoltà di trovare posto per l’auto è uno dei motivi che rendono il vivere nel centro storico meno appetibile rispetto ad altre zone. Eliminare in un colpo solo così tanti posti auto aggraverà enormemente la qualità della vita dei residenti. Che dire, grazie.

Luca Craia

martedì 8 marzo 2016

La realtà distorta dalla cultura del facciamo come ci pare.



La mia riflessione parte dalla cronaca di queste ultime ore, una cronaca segnata da un fatto di sangue terribile quanto incredibile nella sua spiegazione; dei giovani che, nell’assenza della ragione che deriva dall’uso e abuso di sostanze, riescono a uccidere un uomo solo per il gusto di vedere cosa si prova. E questo non può avere motivo di accadere solo per l’effetto delle droghe e dell’alcool, perché mi rifiuto di credere che un uomo possa perdere così totalmente coscienza di se stesso. Credo fermamente che gli autori di questo efferato crimine siano persone pericolose a prescindere dalle sostanze assunte e che quest’ultime abbiano semplicemente allentato del tutto quei freni che tenevano fermi gli istinti bestiali.
Il problema, però, è anche culturale, perché viviamo in un mondo che continua a lanciarci messaggi distorti che, alla lunga, influenzano il nostro pensiero e, infine, il nostro io profondo. E in questa cultura generale crescono giovani con la percezione della realtà totalmente scombinata e distorta, cresciuti con la presunzione di poter fare quello che vogliono perché prima ci sono loro e poi, eventualmente, gli altri.
Esaspero, ma neanche tanto, e penso a quelli che mi attaccano sul blog e sulla pagina Facebook per quello che dico e scrivo. Ovviamente non sono infallibile e a volte quanto espongo può essere opinabile, ma mi picco di cercare di trasmettere un messaggio positivo che va, appunto, nella direzione contraria a quella di cui sopra, ossia a questa presunzione o delirio di potere e di essere al di sopra di regole e buon senso. Sono fermamente convinto che le situazioni paradossali come quella di cui stiamo parlando siano l’esasperazione di comportamenti distorti anche molto meno gravi e pericolosi.
Così quando un ragazzo scrive sulla mia pagina Facebook arrabbiato con me perchè pubblico le foto delle macchine parcheggiate in maniera indecorosa piuttosto che indignarsi per il comportamento che denuncio, o quando un altro mi invita ad andare personalmente a raccogliere la sporcizia per strada invece di denunciarla, o un altro ancora mi minaccia ripetutamente perché mi preoccupo per fatti violenti durante eventi sportivi, mi rendo conto di quanto sia distorta la visuale di tante persone.
Con questo non voglio certo collegare fatti di sangue e violenza estrema con episodi che possiamo inquadrare nell’ordinaria stupidità, ma credo siano tutti segnali fortemente inquietanti, perché indicano una deriva preoccupante del senso civico, del rispetto e del vivere sociale, e il radicamento di concetto sempre più forte di essere al di sopra di tutto e di tutti, delle norme, del buon senso e dei diritti del prossimo.

Luca Craia