Prendiamo
atto della precisazione dell’assessore all’Ambiente, Roberto Basso, che ci
spiega che i bidoncini in dotazione ai cittadini di Montegranaro per la
raccolta differenziata sono già dotati di microchip. Quindi, nel caso si
perfezionasse il sistema personalizzando il conferimento dei rifiuti e, quindi,
premiando chi differenzia di più, non sarebbe necessaria la loro sostituzione
come paventato nell’articolo del Corriere Adriatico di ieri. Tiriamo un sospiro
di sollievo, visto che questo avrebbe comportato un aggravio di costi per la
cittadinanza, anche se, francamente, sul bidoncino vedo solo un codice a barre.
Ma forse il microchip è ben nascosto, chissà.
Però rimane
un problema e non di poco conto, specie se si andrà a premiare chi differenzia
bene e, conseguentemente, punire chi differenzia male: i bidoni non sono a
chiusura ermetica. Chiunque può aprire un bidone per strada. Chiunque può
infilarci dentro quello che vuole. Quindi il cittadino corretto potrebbe
trovarsi un aggravio sulla sua cartella esattoriale soltanto perché, poniamo,
un vicino voglia fargli un dispetto. L’assessore dovrebbe spiegare come
verrebbe certificata la pesatura dei rifiuti con questo sistema. Altrimenti
tutto il meccanismo sarebbe impugnabile.
Credo che,
con gli strumenti che si è dato attualmente il Comune di Montegranaro, il
conferimento dei rifiuti con pesatura non sia praticabile. Inotre, se non si
applicherà il regolamento approvato la scorsa estata e da allora rimasto
lettera morta, il problema dell’abbandono dei rifiuti in discariche
improvvisate diventerà sempre più grave e difficile da risolvere. Certamente
non lo si risolve con il microchip, anzi. Quindi inviterei l’Assessore Basso a
spiegare quale progetto ha in mente, sempre ammesso che ne abbia uno, e di
farlo non dalla sua pagina Facebook, dove alcuni cittadini, come il
sottoscritto, molto democraticamente non possono accedere, ma in maniera ufficiale, chiara e precisa.
Altrimenti il tutto sembra uno scherzo che, però, non fa affatto ridere.
Luca
Craia