È triste constatare che a questa Amministrazione Comunale, ancora e
più degli altri, dimentica i problemi del centro storico. Eppure un po’ ci
avevamo sperato: avevano parlato di grandi progetti, avevano addirittura
assegnato una delega specifica per il centro storico. E oggi, a distanza di
quasi due anni dall’insediamento, esce un programma di opere pubbliche in cui
il centro storico non viene mai nominato.
Sì, è vero che si parla di municipio e della sua ristrutturazione, e
questo è importante. Ma il resto della città vecchia è in condizioni
disastrose, con case cadenti, sporcizia e degrado urbano e sociale. Di tutto
questo la Giunta Mancini è informata, visto che non è scesa da un’astronave ma
ha fatto opposizione per un lungo periodo. Eppure si comporta come se il
problema non esista. E lo fa in un momento in cui i soldi pare ci siano, tanto
che si programmano opere per qualche milione di Euro di spesa complessiva. Con
poche centinaia di migliaia di Euro si potrebbe risolvere quantomeno il
problema urbanistico del centro storico ma, a quanto pare, la cosa non
interessa. Forse perché dà scarsa visibilità, forse perché farsi la foto
davanti a un bel giardino è molto più efficace mediaticamente che farsela
davanti allo spazio lasciato vuoto da un rudere pericoloso e pericolante
finalmente abbattuto.
In tutto questo non si capisce il ruolo dell’assessore al centro
storico, quell’architetto Giacomo Beverati che, pure, in campagna elettorale si
è passato il paese vecchio casa casa e porta a porta per chiedere e ottenere
voti. Cosa ne pensa, Beverati, di questa scarsa, anzi, nulla considerazione per
l’oggetto del suo assessorato? Dimentica, forse, che quando nel 2009 si candidò
sindaco propose un progetto di recupero del centro storico davvero splendido ed
efficace? Se l’è dimenticato? Io credo che, se avesse un po’ di amor proprio e
di dignità, dovrebbe puntare i piedi e chiedere che si intervenga con urgenza e
prioritariamente nel paese vecchio. Nulla ottenendo dovrebbe riconsegnare la
delega al Sindaco, per onestà e coerenza. In effetti il suo ruolo non avrebbe
ragione di esistere.
Luca Craia