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giovedì 28 gennaio 2016

Retrocessioni: chi ci guadagna?

Sono molto perplesso sul tema delle retrocessioni delle aree edificabili portato in Consiglio Comunale e votato dalla maggioranza, da sola, ma con le opposizioni che non votano ma si dicono d’accordo in linea di principio. Io, fondamentalmente, tanto d’accordo non sarei e vi spiego perché:
1) è stato computato l’ammanco sul gettito fiscale del Comune per quanto riguarda sia la perdita delle imposte che il mancato incasso di eventuali opere di urbanizzazione relative a queste aree?
2) Le aree retrocesse sono sparse sul territorio comunale a macchia di leopardo. Questo comporta un sostanziale snaturamento del piano regolatore generale in quanto, in questo modo, si creano aree verdi non programmate in mezzo alle aree edificabili.
3) Cosa accadrebbe se un confinante dovesse edificare sulla propria area e avesse bisogno di frazione dell’area retrocessa per opere di urbanizzazione? Si è tenuto conto del danno che si fa ai vicini?
4) Il mancato introito delle tasse relative a queste aree non più edificabili dovrà essere in qualche modo compensato. Molto probabilmente la somma che mancherà in bilancio verrà spalmata su quanto gli altri proprietari di immobili dovranno pagare, causando un aumento delle imposte per questi ultimi. Insomma, io che non ho chiesto nulla dovrò pagare per chi ha retrocesso ma mantiene la proprietà di un immobile potenzialmente di valore. Non mi pare equo per niente.
5) D’accordo il consumo di suolo zero, ma in mancanza di un programma per l’incentivazione del recupero del patrimonio immobiliare esistente, ossia le ristrutturazioni dei vecchi immobili, si rischia di far morire anche l’edilizia.
È per questo che le retrocessioni non mi piacciono affatto e sono perplesso sull’atteggiamento di tutte le opposizioni che, invece, in linea di principio si dicono d’accordo.

Luca Craia

lunedì 24 agosto 2015

Ancora si fa opposizione all’opposizione



La cosa che più mi stupisce riguardo alla sentenza del Tar sulla cosiddetta “Variante Bisacci” non è tanto la mistificazione mediatica che vi si sta intessendo attorno, facendo passare un pronunciamento nel merito amministrativo come una sentenza che possa spazzare via altri tipi di complicazioni, quanto l’ansia di dimostrare quanto sia stata cattiva l’opposizione ad utilizzare la questione sul piano politico. In realtà, come ho avuto già modo di dire, la rilevanza maggiore di tutta la vicenda è, appunto, politica. La sentenza del Tar attesta la possibilità di agire, da parte del Sindaco, con assoluta discrezionalità in materia di piano regolatore. Questo non implica, però, il fatto che le scelte non debbano avere una giustificazione politica.
Ecco, questa giustificazione politica, la spiegazione all’elettorato del perché è stata effettuata una scelta in questo senso (avendone fatte altre, su situazioni del tutto simili, in senso contrario) ancora non è stata spiegata. Però c’è stata la furiosa ricerca della rivincita, della dimostrazione del fatto che l’opposizione avrebbe sbagliato. Io non so se l’opposizione abbia sbagliato o giocato semplicemente il suo ruolo. Non so nemmeno se la notizia della ventilata indagine penale sia reale o no. So soltanto che finora a tutto si è pensato tranne che a rendere l’elettorato edotto di motivazioni, scelte e conseguenze di quanto sta accadendo. E questo credo che sia il dato più rilevante, specie di fronte a chi ha fatto della trasparenza un cavallo di battaglia che, ad oggi, è rimasto ancora al palo.

Luca Craia

venerdì 21 agosto 2015

Il TAR dà ragione al Comune. Sul piano amministrativo soltanto.



È uscita oggi la sentenza che respinge il ricorso presentato contro il Comune per la questione della ormai famosa cosiddetta “variante Bisacci”. Si ricorderà che il Consiglio Comunale bocciò la richiesta di variante al piano regolatore per questa lottizzazione e fu fatto ricorso perché si ritenne la disparità di trattamento tra questa decisione e altre simili prese nello stesso periodo dalla stessa Amministrazione. Ora il TAR dà ragione al Comune ed è inutile che vi racconti la soddisfazione di Vicesindaco e Assessore ai Lavori Pubblici espressa su Facebook, specie riguardo alla notizia di una indagine della magistratura penale sulla stessa questione circolata nei mesi scorsi.
Vorrei però fare due considerazioni, una di carattere tecnico e una di carattere politico. Tecnicamente la sentenza dice che, amministrativamente, l’operato del Comune è corretto. Amministrativamente. La procedura penale è un’altra cosa e, qualora fosse vero che sia in corso un’indagine questa poco c’entra con il pronunciamento del Tribunale Amministrativo. Né dice nulla la pubblicazione, da parte dell’Assessore ai lavori Pubblici, del certificato dei Carichi Pendenti intonso, a dimostrare la falsità della suddetta notizia. Infatti tale certificato attesta che non ci siano procedimenti penali a carico ma non che non si stiano svolgendo indagini. Infatti il carico pendente viene a manifestarsi quando parte il procedimento penale e non in fase istruttoria.
Infine la considerazione politica, che esula da sentenze e ricorsi: il comportamento politico dell’Amministrazione Mancini non è lineare. Si adottano costantemente e in ogni campo due pesi e due misure e questo va valutato non dalla magistratura ma dall’elettorato che ultimamente sta diventando molto più attento che in passato.

Luca Craia

giovedì 23 luglio 2015

Retrocessioni? Altro che Carneade…



Confesso, non ci ho capito un granchè su questa cosa delle retrocessioni mica ci ho capito un granchè… dunque vediamo: l’Amministrazione Comunale, in un attimo di sensibilità verso i problemi economici dei cittadini di Montegranaro, dopo averli caricati di un’altra tassetta niente male, pensano bene di consentire ai proprietari di appezzamenti di terra che in passato avevano fatto domanda perché la loro proprietà fosse inclusa nel Piano Regolatore Generale come edificabile (o che se la sono ritrovata tale così, senza colpo ferire) di retrocedere, appunto, la qualifica di questi terreni e farli tornare non edificabili. Il fine sarebbe quello di abbassarne il valore e pagarci meno tasse.
Fin qui tutto bene, anzi, pare una manovra corretta che va nella direzione di aiutare la gente a superare questo momento economico. Ma, fatemi capire, così facendo il Comune non subisce un danno? Non avrà un decremento delle entrate? Questo decremento è stato quantificato? Speriamo di sì. Ho riascoltato con attenzione gli ultimi momenti del recente Consiglio Comunale, momenti che, lì per lì, mi erano sfuggiti vuoi per l’ora tarda vuoi perché, dopo aver ascoltato l’intervento di Beverati la mia attenzione ha subito un calo drastico. Direi che si è fatto un pastrocchio niente male, e non si capisce a beneficio di chi.
Allora: Carlo Pirro, del Movimento 5 Stelle, dice giustamente che trova strana la scarsa pubblicità che si è data alla cosa. In realtà pochi ne sono venuti a conoscenza, diciamo gli addetti ai lavori o poco più, tanto che, mi pare, sono giunte solo una cinquantina di domande mentre ce se ne sarebbero potute aspettare molte di più. Questo potrebbe essere positivo, visto che, sempre a sentire Pirro, ci fossero state più domande sarebbe stato un bel guaio per le casse comuni. Però, in questo modo, si va a inficiare il principio che dovrebbe aver mosso l’iniziativa, ossia di aiutare economicamente la gente. Insomma, così si aiuta la gente, ma solo quella che ne era a conoscenza. Un pelino discriminatorio.
Se poi è vero quello che dicono Gismondi e Lucentini, ossia che qualche retrocessione potrebbe somigliare più a una variante al PRG, qualcosa non torna davvero. Le varianti, a Montegranaro, finora hanno solo creato guai. Ma forse davvero non ci ho capito niente. Speriamo che qualcuno mi spieghi.

Luca Craia