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domenica 14 settembre 2014

Movimenti in maggioranza, assestamenti, aspettando che si riparta.



È davvero di bassa qualità la politica che vediamo imbastire in questi giorni a Montegranaro, con gente spudoratamente in cerca di potere, poltrone, visibilità; sgomitate, sgambetti, saltelli per evidenziarsi. In tanti anni che osservo la politica con occhio attento credo di non aver mai visto comportamenti di livello così basso. E non è solo il plurisindaco Basso che gufa Antonelli e si autocandida a sostituirlo qualora i mal di pancia di quest’ultimo, più volte palesati, diventino ingestibili dalla maggioranza tanto da vederne l’uscita, non così improbabile, dalla coalizione.
È tristissimo vedere il politico più navigato di Montegranaro quasi elemosinare un’alleanza in realtà non richiesta ma che potrebbe rendersi necessaria in futuro qualora non solo il Presidente del Consiglio ma altri elementi traballanti della maggioranza non potessero essere stabilizzati. E per stabilizzare i tanti movimenti intestini (così intensi e insistenti da prognosticare una colite spastica al governo della città) non mancheranno gli strumenti: ci sono da assegnare diversi “posti” minori, come le presidenze e i consigli di amministrazione degli enti comunali quali la casa di riposo o la farmacia; ci sono le prossime elezioni, per le quali già si notano eccessi di zelo, tanto per farsi notare, da parte dei non eletti, ivi compresi quelli di Basso, per procurarsi un buon posto in lista. Insomma, nonostante i tanti traballamenti, beccheggi e rollii, la barca ancora non affonda e forse non affonderà almeno in tempo brevissimi. Questo, però, potrebbe essere pagato a caro prezzo in termini di credibilità e coerenza, dovendo accontentare così tanti appetiti.
L’opposizione, intanto, langue tra le polemiche sterili e stucchevoli dell’ex maggioranza e il sostanziale silenzio, piuttosto sorprendente in verità, del Movimento 5 Stelle. Finito l’entusiasmo elettorale il clima si distende e, con esso, nervi e volontà. Non è bene.
Intanto Montegranaro ancora è lì che sfriziona ma non riparte.

Luca Craia