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mercoledì 4 gennaio 2017

Il pastrocchio della portineria dell’ospedale di Montegranaro




Giocare ad amministrare un paese di tredicimila anime come Montegranaro è rischioso. Si corre il pericolo di fare danni seri. L’approssimazione dimostrata dall’Amministrazione Mancini in questi primi due anni e mezzo di mandato fa pensare che si stia giocando e non facendo sul serio, sol che le conseguenze e le ripercussioni sulla cittadinanza non sono giochi ma problemi veri. Lo vediamo in questi giorni con il caso del servizio di portierato dell’ospedale, riportato opportunamente alla luce dal Corriere Adriatico di stamattina anche se dimenticando qualche particolare. Il caso testimonia come si facciano le cose a Montegranaro: approssimativamente e con la presunzione di decidere anche per gli altri.
Infatti si ricorderà che il tutto è nato dal rinnovo della convenzione con la Asur per l’utilizzo dello stabile dell’ospedale. Nell’accordo le parti coinvolte erano tre anche se la trattativa era stata fatta a due: il Comune e la Asur stessa, dimenticando di sentire e consultare la Croce Gialla che, invece, aveva un ruolo fondamentale nel progetto che si stava disegnando. Così si stabilì che il servizio di portierato, fino ad allora svolto da un dipendente della Asur che, però, andava in pensione e non veniva sostituito, sarebbe stato svolto dai volontari della Croce Gialla. Solo che la Croce Gialla non ne sapeva nulla. Riunito il direttivo, l’associazione di pubblica assistenza decideva di non sottoscrivere l’accordo con Comune, troppo oneroso e pieno di responsabilità. Così il Comune dovette ripiegare su risorse proprie ma, non potendo assumere personale per l’arcinoto patto di stabilità, dovette optare per due borse lavoro che sarebbero state formate e inserite. Conclusione: a gennaio ancora non c’è il portiere. Il giornale ci dice che arriverà a giorni ma intanto non c’è.
Vorrei però fare un’altra considerazione sul discorso “borse lavoro”. Si affida un servizio delicato come quello del portierato dell’ospedale a del personale non assunto e sottopagato. Sì, perché le borse lavoro, a Montegranaro, percepiscono un compenso che definire da fame sarebbe un eufemismo, alla faccia dello sfruttamento del proletariato e del partito dei lavoratori che governa il paese. Ora mi chiedo: come verrà svolto il servizio, così delicato, che si occupa di dati sensibili, informazioni private e riservate, responsabilità sulla vigilanza di una struttura importante, piena di macchinari preziosi e documenti delicati?

Luca Craia