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sabato 11 ottobre 2014

Non facciamo la gara a chi ha più problemi. La divisione genera immobilismo.



Dai tempi dei Romani e forse anche prima il motto divide et impera ha sempre funzionato. Così, dopo aver lavorato anni per far passare il concetto che il centro storico di Montegranaro non è patrimonio di chi ci vive ma di tutta la città e che deve essere tutta la città a prendersene cura come la propria radice culturale, ora vedo abilmente pilotata una nuova tendenza che sta cercando di mettere i montegranaresi, in qualche modo, gli uni contro gli altri.
Ho molto bene il polso della situazione: vivo nel centro storico e lo conosco bene ma giro Montegranaro regolarmente, mi arrivano in gran numero segnalazioni di difficoltà relative a tutti i quartieri e posso affermare che Montegranaro non una zona che possa dire di non avere problemi: sporcizia, degrado, disservizi sono presenti in ogni quartiere anche se con diversi livelli di gravità. Fare a gara a quale zona del paese sia più in difficoltà e necessiti di interventi più prioritari rispetto alle altre è pericolosissimo: fornisce l’alibi e lo strumento per perpetuare l’immobilismo politico che tanto piace ai pubblici amministratori. Certo, ci sono priorità più pressanti rispetto ad altre. Ma dobbiamo essere accorti e non dividerci per far pesare quelle che ci toccano da vicino più di altre. È un gioco dannoso.
Riguardo il centro storico credo debba essere sentimento comune preoccuparsi che il cuore della città sia il vero centro della vita della stessa. Una città senza cuore è una città morta e questo concetto deve essere ben compreso. Ma anche una città senza braccia o gambe muore. Una città è un corpo vivente e necessita che ogni sua parte sia in salute. Ricordiamo, tornando all’antica Roma, l’insegnamento di Menenio Agrippa e della secessione del Monte Sacro. Non facciamoci dividere da chi, con questo, può comodamente procrastinare i problemi senza avere quell’attenzione e quella pressione che solo una popolazione unita e conscia della realtà cittadina riesce a fare a chi governa.

Luca Craia

martedì 14 gennaio 2014

La politica preoccupata per lo sport, parrebbe meno per i cittadini



Si preoccupa il nostro ex Sindaco Gismondi per le sorti della Sutor. Si preoccupa anche l’ex Assessore allo sport La Porta. Si preoccupano perché tifosi e perché montegranaresi e questo è condivisibile: la Sutor è un patrimonio cittadino, anche se bisognerebbe fare molti distinguo e, in passato, ne ho fatti, tanto da procurarmi tanti nuovi “amici” che probabilmente non mancheranno di farmi avere la loro “approvazione” anche stavolta.
Suona strano però questo interessamento da campagna elettorale. Suona strano anche perché viene dopo un lungo silenzio, un po’ meno per Gismondi, molto di più per La Porta che tace dai tempi della sfiducia. Montegranaro ha un’enormità di problemi e la crisi sta cominciando a far sentire pesantemente i suoi effetti anche da noi. E i nostri due ex amministratori si preoccupano per lo sport ma non dicono una parola per i tanti problemi che affliggono la città. Del resto negli anni passati la loro giunta ha elargito allo sport parecchi soldi e, nella fattispecie della Sutor, parliamo di cifre considerevoli.
Parliamo di cifre che si sarebbero potute spendere per problemi più concreti e più pressanti per tutta la collettività. Ma, così come pare evidente, l’interesse principale è quello dello sport, che certamente dà visibilità e porta voti. Ma bisogna ricordare che votano anche quelli che alla partita non ci vanno. È bene, quindi, sapere e conoscere le priorità dei nostri politici e regolarsi per il futuro. Per il presente consideriamo come fatto positivo che ci sia un commissario alla guida della città che, certamente, non correrà in soccorso di squadre sportive in difficoltà sottraendo fondi alla collettività. E auguriamoci che ce la Sutor ce la faccia da sola.

Luca Craia