Solo due righe per chiarire un concetto: quando chi ci amministra
parla di progetti a costo zero perché realizzati all’interno dell’ente con le
risorse umane a disposizione o mente o non conosce il funzionamento della
macchina amministrativa. Infatti, con l’introduzione degli incentivi alla
progettazione voluti dall’allora ministro Merloni, il dipendente che produce un
progetto per la pubblica amministrazione riceve un premio che ammonta al 2% del
valore del progetto stesso. Per fare un esempio: il progetto di risistemazione
di viale Gramsci realizzato da tecnici della Provincia e che dovrebbe
ammontare, come spesa complessiva, sui 450.000 Euro, frutterebbe al progettista
circa 9.000 Euro, a prescindere se si realizzerà o no il progetto. Questo non
lo chiamerei propriamente costo zero.
Questa normativa è estremamente dannosa per l’economia. Immaginate che
tali progetti potrebbero essere assegnati a studi esterni, magari favorendo i
giovani che stanno intraprendendo la carriera. Invece rimangono appannaggio di
dipendenti pubblici che già percepiscono stipendi piuttosto pesanti. I vari
governi che si sono succeduti hanno tentato ripetutamente di abrogare la legge
non riuscendovi. Evidentemente i progettisti della pubblica amministrazione
sono ben rappresentati politicamente e sindacalmente.
Luca Craia