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venerdì 22 aprile 2016

La gente si ammazza e la sinistra pensa ad altro



Mentre Renzi, nella sua magnanimità, progetta di elemosinarci altri 80 euro, magari togliendocene 100 da qualche altra parte, continuiamo a registrare la disperazione dell’Italiano medio, del padre di famiglia che perde il lavoro e non lo ritrova e arriva al gesto estremo di togliersi la vita. E giù lacrimoni a fiume per qualche ora, mentre sul nostro schermo appare la ferale notizia, commenti indignati e intenti rivoluzionari da tunnel carpale. Poi, passata l’onda emotiva, tutto si placa, tutto tace, ricominciamo a sfotterci col pallone e a commuoverci coi gattini. E mentre seppelliamo l’ennesimo suicida ammazzato dalla crisi e dall’inettitudine disonesta dei nostri governanti, il mondo va avanti come la pecora del famoso detto.
C’erano una volta i sindacati, quelli che tutelavano il diritto al lavoro e a una vita dignitosa. C’erano ma non ci sono più. Che fine hanno fatto? Intanto si sono ben piazzati, ora che la loro parte politica è finalmente al potere, prendono i loro stipendi mirabolanti con una mesata della quale un loro assistitito potrebbe campare vent’anni e si occupano d’altro. Fanno i Caf, eseguono pratiche, tutelano l’extracomunitario che vuole la diaria o la casa popolare. Le manifestazioni in piazza sono un lontano ricordo. Ora si va in piazza una volta all’anno per il concerto del Primo Maggio, festa del lavoro che non c’è.
E la politica? La politica esegue gli ordini di chi vuole un popolo sempre più impoverito e miserabile. E se il governo centrale, quello che dovrebbe e potrebbe trovare soluzioni, è in tutt’altre faccende affaccendato, i rappresentanti locali dello stesso e i nostri stessi rappresentanti, trasmigrazione grafica caricaturale in assonometria dei politicanti di grosso calibro, non sono da meno e a tutto pensano meno che al lavoro. Paesi industrializzati, nel giro di meno di un decennio, perdono oltre il 50% delle imprese ma non se ne preoccupano. Iniziative zero, nemmeno porsi il problema.
E il vecchio comunista? Per lo più è stanco e rassegnatamente tace. Ma c’è anche quello che si allinea, plaude al potere finalmente raggiunto e si scopre, senza tanta sorpresa, più fascista dei fascisti. E la cosa non gli dispiace affatto.

Luca Craia

venerdì 20 febbraio 2015

La Lega del Nord e i partiti del centro che dormono.



È paradossale, secondo me, che a fare gli interessi degli imprenditori del centro Italia, in particolar modo delle Marche, in particolarissimo modo del distretto calzaturiero, interessi che poi collimano con quelli dei lavoratori stessi e di tutto un comparto produttivo, quello delle scarpe, appunto, fortemente provato dalle scelte politiche non proprio lungimiranti del nostro governo, sia un partito che ha nel suo nome la parola Nord. È stata la Lega Nord, infatti, partito che gode fondamentalmente di tutta la mia disistima, a interpretare nella giusta maniera, per una volta e forse per sbaglio, i problemi e i bisogni della nostra regione economica.
I rapporti economici e commerciali con la Russia, da anni partner principale dell’industria calzaturiera italiana e, quindi, del distretto calzaturiero fermano-maceratese che ne rappresenta il polo principale, seppure già in crisi da diverso tempo, hanno subito nell’ultimo periodo un brusco arresto proprio a causa delle sanzioni economiche decise inopinatamente e immotivatamente (aggiungo anche stupidamente) dall’Europa germanica e dall’Italietta di Renzi. A parte lo scarso interesse a livello nazionale per questa incredibile presa di posizione del nostro governo che danneggia il Paese stesso senza portare giovamento alcuno a nessuno, nella nostra zona la politica non se ne è occupata.

Ecco allora i seguaci del buon Salvini, ormai ben istruiti su come trovare argomenti di impatto popolare, che, per una volta, trovano una strada condivisibile da seguire: un sit in di protesta lungo la strada per protestare contro le sanzioni alla Russia. L’iniziativa, a cui hanno partecipato, pare, diverse decine di persone, lascerà probabilmente il tempo che ha trovato ma farà guadagnare ulteriori consensi al partito più destrorso d’Italia.
Nel frattempo la sinistra locale è in tutt’altre faccende affaccendata: a Fermo si stanno allegramente scannando fra di loro,  a Sant’Elpidio danno libera interpretazione a Fratelli Coltelli, a Montegranaro, dove sembra che vadano tutti d’amore e d’accordo, si preoccupano di sputare veleno sugli avversari e inaugurare pulmini scolastici piuttosto che tutelare con qualche tipo di iniziativa, una qualsiasi, anche per salvare un po’ la faccia, quegli imprenditori con cui sono andati a fare passerella al Micam. Così vanno le cose in Italia.

Luca Craia