Quando parla d’altro no, ma
quando si occupa di basket e, nella fattispecie, della Sutor a Raffaele Vitali
do credito perché di Sutor ci capisce davvero. Così, leggendo il suo editoriale
sull’argomento, capisco che forse siamo davvero alla frutta per la storica
squadra di pallacanestro montegranarese. Finiti i soldi ma, soprattutto, finita
la passione. I Montegranaresi, dopo anni di pressanti richieste di denaro,
denaro finito in chissà quali rivoli e scorso via senza quasi lasciare traccia,
si sono stancati, disinnamorati, si sono accorti che non è più cosa. E questo,
forse, segnerà la fine di quello che è, comunque, un patrimonio cittadino.
Si è evidentemente voluto fare il
passo più lungo della gamba. Si è sopravvalutata la potenzialità di un
territorio che, seppur ricco, non può può permettersi una squadra di serie A. I
nostri imprenditori, che pure hanno dato tanto negli anni, oggi sono alle prese
con problemi più seri di un pallone arancione, e non possono più sostenere la
gestione di una squadra che, comunque, accusa una certa allegrezza e leggerezza.
Montegranaro ha dato tanto, anche quando era palese che la squadra stava
andando via, che non era più nostra. La Sutor ha chiesto e ottenuto tanto, monopolizzando
ogni tipo di impegno economico della cittadinanza.
Ci è costato molto in termini
sociali ed economici, a cominciare dagli investimenti sbagliati della politica,
testimoniati dal rudere di quello che avrebbe dovuto essere il nostro palasport,
passando per il sostegno economico dato dal Comune annualmente sottraendolo ad
altre e più urgenti necessità, per finire all’impegno di ogni singolo tifoso
che ha tirato fuori di tasca per sostenere un progetto che oggi sembra
destinato a naufragare salvo miracoli. Forse sarebbe stato meglio volare più
bassi, accontentarsi di una militanza in categorie appena minori, piuttosto che
dover rinunciare alla squadra storica della città. Ma si sa, l’ambizione non ha
freni, e quando questa viene cavalcata per altri fini meno nobili, sia
economici che politici, i risultati non possono che essere quelli che vediamo. Speriamo
in buone notizie future da parte del buon Vitali. In fatto positivo, intanto, è
che questa campagna elettorale non vedrà le solite promesse ridondanti sulla
Sutor.
Luca Craia