Hanno un problema, mi pare di
capire, i membri della maggioranza di governo di Montegranaro: non riescono a
identificarsi col nuovo ruolo di governanti, sono rimasti all’opposizione. È comprensibile,
dopo decenni di minoranza, con la sola felice parentesi della giunta Branchesi,
che non si riesca psicologicamente – ma anche fisicamente – a calarsi nel ruolo
di coloro che tengono le redini. Questo genera nervosismo, reazioni scomposte, cadute precipitose
di stile e la sensazione di essere costantemente in campagna elettorale. Guarda
i giornali. Ogni iniziativa ha la sua conferenza stampa, la sua foto di gruppo, tutti sorridenti. Oggi
sul sito del Comune (e sulla relativa pagina Facebook) è comparso l’invito alla
cittadinanza di andare “a vedere” il nuovo pulmino per il trasporto scolastico,
come se questo fosse un’attrattiva circense. E giù proclami, autocelebrazioni e
incenso a iosa per ogni passo compiuto in avanti.
Contemporaneamente si sta sempre
sul piede di guerra: pronti all’accusa, a scaricare responsabilità, a far
partire nuove polemiche su ogni singolo problema anche noto, vedi il caso del
debito con la Comunità Papa
Giovanni XXIII che è conosciuto sin dai tempi del Commissario e che ora torna
fuori con accuse, legittime o no, sulle passate amministrazioni che,
francamente, a poco servono nella soluzione del problema e diventano
stucchevoli sia perché membri dell’attuale maggioranza erano membri anche delle
precedenti e, quindi, eventualmente correi, sia perché, alla proposta di
istituire una commissione per fare chiarezza su queste vicende si è
tranquillamente e immotivamente risposto picche.
Ultima ma non trascurabile conseguenza
di questo clima da campagna elettorale è l’arcinota scarsa se non nulla
disposizione a ricevere critiche. Le barriere difensive sono sempre bel alzate
così come alti sono i toni delle risposte, piccate, stizzite, cattive. Rispondono
alle critiche con attacchi alla persona, accusano, minacciano neanche tanto
velatamente. Un clima rovente generato dalla stessa maggioranza che poi se ne
lamenta. Dimenticano che la gente è attenta, legge, si documenta, e la
proverbiale propensione alla scarsa memoria oggi è sopperita da tanti strumenti
come anche questo blog. Dimenticano, soprattutto, che per quanto abbiano frange
di supporter con tifo calcistico (o cestistico), rappresentano pur sempre una
minoranza, quella che li ha eletti con meno del 40% dei voti. Quella
maggioranza che non li ha eletti non solleva striscioni ma osserva, guarda e,
soprattutto, giudica.
Luca Craia