Chi mi legge sa che sono abituato a parlare fuori dai denti, a dire le
cose che penso senza mezze misure. Così vorrei togliermi un sassolino dalla
scarpa, perché questa cosa mi dà fastidio, anche se non è che non ci dorma la
notte. Il fastidio non è tanto dato dal fatto che, una volta finito sulla lista
dei cattivi, non si vada più sul giornale: non ci tengo, non mi serve, non ho
di queste velleità e il mio blog fa numeri sufficienti per far conoscere quello
che voglio far conoscere a chi voglio che lo conosca, anche se, non nascondo,
talvolta apparire sul giornale potrebbe essere di aiuto. Il fastidio è dato
dalla sensazione piuttosto spiacevole di mancanza di democrazia.
Vado al punto: le iniziative culturali delle associazioni finiscono
sul giornale solo quando sono organizzate dalle associazioni “buone”. Quelle
cattive è come se non esistessero. Arkeo ha fatto due mesi sfavillanti, da
gennaio alla scorsa domenica, portando la cultura di alto livello a Montegranaro,
portando un sacco di gente a Montegranaro, portando Montegranaro in giro per il
territorio a dimostrare che siamo un paese culturalmente vivace. Di tutto
questo mai una riga sulla stampa “di regime”, né quella cartacea né quella
online. C’è un giornale che fa eccezione ma per il resto il vuoto assoluto.
Mi si potrebbe obiettare che non facciamo comunicati. Vero. Non è
nostro costume farne, a meno che non sia indispensabile. Ma ogni iniziativa è
ampliamente pubblicizzata e ogni volta ne scrivo sul blog, blog dove gli stessi
giornalisti spesso attingono a notizie, informazione e “ispirazione”. Però,
quando si tratta di parlare di Arkeo, non notano la cosa. Chissà come mai.
Chiariamo il punto: il problema non è mio né di Arkeo. Senza l’aiuto
dei giornali di regime riusciamo a portare centinaia di persone alle nostre
iniziative per cui amen. Il problema, però, se lo dovrebbero porre i
giornalisti stessi, perché non ci fanno una bella figura, professionalmente
parlando. E se lo dovrebbe porre anche la politica perché, amici miei, qua la
democrazia è soltanto un lontano ricordo e se uno finisce nell’elenco degli
sgraditi ai potenti, o si arrangia da solo come faccio io o viene condannato
alla morte nella comunicazione. E non è una bella cosa.
Luca Craia