Qualche tempo fa lanciai la
proposta di rendere pubblici i finanziamenti e i finanziatori delle varie
campagne elettorali montegranaresi. Alla mia proposta hanno risposto tutti i
candidati tranne Gianni Basso che,
probabilmente, non segue il mio blog (e non posso certo pretendere che lo
faccia).
Il Movimento 5 Stelle aveva già fatto la stessa proposta quindi non
ha articolato più di tanto la risposta al mio appello.
Giovanni Mariani mi scrisse su Facebook: “Caro Luca, proprio ora mi hanno dato del Comunista solo
perché ho dei nuovi cittadini in lista e perché forse parlo sempre di persone
prima delle opere, la festa popolare che abbiamo fatto oggi con la porchetta
offerta da Vitali è costata 800 euro ed in
totale circa1200 con offerte autogestite dei candidati consiglieri. Per il
resto ho pagato personalmente 2000 euro per le stampe e la tipografia e per
quanto riguarda la vela ed i programmi c'è lì siamo fatti da soli il mezzo c'è
stato prestato da un amico, la benzina l'abbiamo messa di volta in volta da chi
di noi guidava. Il tutto sul documento previsto per legge e consegnato alla
presentazione della lista. Per quanto riguarda le idee sul programma e su i
suoi cittadini ho la mente ben aperta su quello che bisogna fare. Tutto mi si
può dire meno che sono un bugiardo, non ho mai governato e fino ad ora non devo
rendere conto niente a nessuno, mentre gli altri che si arrogano tutti i
diritti mentono e continuano imperterriti nel loro bel operato.”
Roberto Basso, segretario del Pd e, in
questo caso, portavoce della lista Montegranaro
Riparti ha scritto, sempre su Facebook: “Le spese della campagna elettorale
devono essere rendicontate per legge...quindi già da ora si può vedere quanto è
stato speso, come lo si è speso e soprattutto se alcune cose non sono state
inserite. Per quanto riguarda la provenienza posso rispondere
per la nostra lista. Naturalmente le due feste estive che realizziamo
annualmente (festa dell'unità e festa tricolore), un autofinanziamento dei
candidati e contributi dei montegranaresi sotto forma di partecipazione a delle
cene elettorali (ne abbiamo fatte 3) e la scatola (quindi contributi anonimi)
al momento della presentazione della lista. Pubblicheremo comunque il tutto
anche in maniera più evidente quando avremo la certezza di tutte le spese e
tutti i pagamenti effettuati...ergo già dal 26 sarà on linea con tutte le cifre
al centesimo.”.
Gastone Gismondi, anche lui su
Facebook, risponde così al mio appello: “Caro Luca, scusa se non ho risposto
prima ma ho letto solo ora il post. Ad ogni modo per quanto riguarda le spese
sostenute, come giustamente sottolinea Roberto, devono essere rendicontate per
legge. In questo senso, al momento della sottoscrizione della lista, abbiamo
presentato anche un bilancio preventivo e, alla fine della campagna, ne uscirà
uno consuntivo in cui trascriveremo le spese sostenute. Per quanto riguarda i
fondi invece vengono quasi esclusivamente da un autofinanziamento che hanno sostenuto
tutti i candidati della lista. Inoltre, per la trasparenza, abbiamo aperto
anche un conto dedicato per cui ogni pagamento è effettuato dietro
presentazione fattura e rintracciabile tramite bonifico.”.
L’articolo 30 della legge 25
marzo 1993, n. 81 stabilisce che i candidati alle elezioni per i comuni con più
di 10.000 abitanti debbano pubblicare un rendiconto delle spese elettorali. Nella
mia proposta quindi, non mi riferivo a quello che stabilisce la legge ma,
ovviamente a qualcosa di diverso e, se vogliamo, di più etico.
Infatti la rendicontazione delle
spese viene effettuata ad urne chiuse e ci sono ben tre mesi di tempo. Quindi l’elettore
non può sapere prima del voto chi ha finanziato la campagna elettorale di
questo o quel candidato né può fare ragionamenti sul perché lo abbia fatto. Credo
che sapere in anticipo chi sostiene i candidati sia una questione di chiarezza
e trasparenza, una forma di rispetto per l’elettorato. È ovvio che la
rendicontazione delle spese sarà stilata a norma di legge e che tutto risulterà
(almeno si spera) assolutamente legale. Così come è legale che un cittadino
finanzi il candidato che preferisce. È però giusto e opportuno che l’elettore
ne sia a conoscenza e non dopo il voto ma prima, perché questo potrebbe anche
determinare la scelta del cittadino. Per cui rinnovo l’invito a rendicontare le
spese e i finanziatori, ma di farlo prima del voto.
Luca Craia