Sono spariti tutti. Dopo il
baccano elettorale, dopo urla mediatiche, botte mediatiche, lanci di accuse e
suppellettili mediatiche ora, a due mesi dalle elezioni, il silenzio regna
sovrano su Montegranaro, almeno su quella politica. Una sorta di riposo del
guerriero, forse, dopo la battaglia elettorale, e ci potrebbe stare. Ma sta
durando un po’ da troppo tempo e questo è preoccupante.
In verità la maggioranza ogni
tanto parla, sui giornali e su internet, e forse farebbe meglio a tacere o,
quantomeno, a studiare strategie di comunicazione un tantino più oculate. L’idea
che da, infatti, è quella di un gruppo di persone nervose, timorose, poco
inclini ad accettare serenamente una critica. Le risposte che si danno ai
cittadini sono quasi sempre piccate, infastidite, come a voler dire “lasciateci
lavorare”, e questo è giusto, ma ci sono modi e modi per dirlo e quello che
viene utilizzato, sia da portavoce senza volto e senza firma della rete che
dagli stessi amministratori (almeno quelli presenti sui social) è usualmente
indispettito.
Del resto la comunicazione non è mai
stata il cavallo di battaglia di questa coalizione, si era già visto in
campagna elettorale. Hanno persino rischiato di perdere le elezioni per le
lacune in questo campo, per la poca capacità di utilizzare al meglio la rete e
i social. Credo che abbiano perso un bel po’ di voti proprio per questo motivo
e, ciononostante, ancora non sembra vogliano porre rimedio, quasi in un
atteggiamento che snobba le nuove forme di comunicazione.
Chi, invece, in campagna
elettorale ha utilizzato molto bene (salvo qualche brutta caduta di stile) le
risorse della rete è stata la compagine di Gastone Gismondi. Molto presente sui
social, molto comunicativa a livello mediatico in ogni senso, molto inserita
nel mondo dei giornali, la lista dell’ex sindaco ha lavorato benissimo fino al
voto e poi… puff… è sparita. Non da segno di sé o quasi, il Sindaco alto, nè lo
danno i suoi sodali che, pure, in passato imperversavano in rete con temibili
scorribande, pronti a commentare ogni post, immortalati in ogni dove, sempre
presenti e sempre attivi. Ora, se spagini le pagine Facebook di quelli che due
mesi fa erano vulcani in eruzione, trovi post vecchi di settimane. L’idea è che
non siano abituati a fare opposizione, che il ruolo gli sia nuovo e anche un po’
stretto.
Il sindaco Basso, invece, coi
nuovi media non ha mai avuto grande dimestichezza, non li ha usati quasi per
niente in campagna elettorale ed è naturale non trovarne più traccia ora che
siede tristemente tra i banchi dell’opposizione. E sta facendo un’opposizione
strana, sballata, disorientata, promettendo aiuti non richiesti, lanciando
accuse, ancora e senza sosta, al suo ex pupillo Gismondi quasi come se non ci
fosse una nuova maggioranza a governare. Fuori dal Consiglio Comunale, però,
Basso non esiste.
Discorso a parte per il Movimento
5 Stelle, che sulla rete è nato e dalla rete trae linfa vitale. Anche qui,
però, la comunicazione appare piuttosto languida, poco incisiva. I grillini
nostrani sembrano più preoccupati, leggendo la loro pagina Facebook e il loro
blog, delle vicende legate alla politica nazionale che a quelle locali. Eppure
di cosine interessanti di cui occuparsi a Montegranaro ce ne sono, e il loro
atteggiamento attendista, quasi a sostenere la giustificazione che la
maggioranza sta utilizzando ormai da tempo, ossia quella del “dateci tempo che
ci siamo appena insediati”, non è consono al movimento che siamo abituati a
vedere ferocemente combattivo.
Fare opposizione è fondamentale
per la vita della città. Fare un’opposizione attenta è imprescindibile ed è una
grande responsabilità, importante quanto il governo stesso. In passato abbiamo
visto fare opposizione solo sui banchi del Consiglio, esautorando la
cittadinanza di ogni forma di controllo e partecipazione. Spero che il futuro
veda una forte inversione di tendenza e che l’opposizione sia ruolo partecipato
e attivo di tutti, anche in considerazione del fatto che chi ci governa, in
realtà, è minoritario, non rappresentando nemmeno la metà dei cittadini. E la
maggioranza degli elettori ha il diritto a essere rappresentata, chiamata in
causa e, soprattutto, informata.
Luca Craia