Visualizzazione post con etichetta riflessioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta riflessioni. Mostra tutti i post

lunedì 11 maggio 2015

QUANTO VALE IL NOSTRO TEMPO? DI ANNA LISA MINUTILLO



Ogni giorno ci misuriamo con la tecnologia che ci rapisce con le sue mille applicazioni, con tutte le innovazioni e le espansioni della realtà a cui immancabilmente ci sottopone.
Molto bello avere a che fare con oggetti che ci mettono in contatto con il mondo, che ci fanno interagire e molte volte accorciano le distanze e sono anche indiscutibilmente utili ma esiste un ma... ci siamo interrogati qualche volta sulla quantità di tempo che ci viene “rubato” ?
E’ una sorta di complotto , forse veniamo privati del tempo in modo da non poter pensare, veniamo rapiti dalla tecnologia a scapito dei nostri liberi pensieri, ci ritroviamo tutti racchiusi in sistemi più grandi di noi che continuano a sfuggirci di mano, piccole marionette a cui vengono mossi i fili da qualche regista che nascosto ( e nemmeno molto)ci priva della nostra libertà di analisi, di sintesi, di pensiero e chi ancora ha il coraggio di ribellarsi a questo sistema preordinato viene visto in malo modo.
Sei out se non ti adegui, devi correre sempre e comunque, devi essere smart and easy, devi esprimerti con termini che poco ti appartengono perché devi dimostrare di avere la mente aperta senza pensare mai che in questo modo di voli della mente se ne riescono a compiere davvero pochi.
Ci si illude di conquistare tempo e libertà ma alla fine le cose non stanno propriamente in questo modo, si è persa la lentezza che non è sinonimo negativo ma che racchiude in se la cura per le cose che si fanno ma anche per le cose che si osservano e forse le cose non si osservano nemmeno più, una “sbirciata” veloce giusto per avere un accenno del contenuto, ma guai a porsi qualche domanda in più nell’era del chi meno sa meglio sta.
Si corre al punto di perdere il gusto nell’assaporare anche un semplice caffè, ci si sente persi quando non funziona whatsapp oppure quando non abbiamo a disposizione la presa di corrente per ricaricare il nostro ponte con il mondo, diventiamo irascibili e non ci fermiamo mai a pensare: cosa facevamo prima di tutta questa involuzione?
Siamo ancora capaci di ritagliarci un angolo di mondo solo per noi? Siamo capaci di chiedere ad una persona: ”come stai?  “Essendo realmente interessati a ricevere una risposta? Siamo capaci di fermare il mondo intorno a noi quando siamo avvolti in un abbraccio… ma soprattutto, riusciamo ancora a donarlo un abbraccio?
Domande di per se banali le mie e in un certo qual senso di alcuni di questi mezzi sono “vittima consapevole “anch’io anche se ho sempre cercato di non perdere mai il contatto con la realtà, lo spirito di osservazione, l’incanto che ancora un fiore colorato anche a Milano è in grado di donare.
Mi capita quotidianamente di scontrarmi con quanto siamo assorbiti dall’isolamento volontario, mi capita di vedere come ci comportiamo quando attendiamo un mezzo pubblico per non parlare di quando ci si sale sopra, ognuno perso nel nulla delle conoscenze virtuali, ognuno con un occhio allo schermo del cellulare e le orecchie in ascolto della telefonata che si svolge intanto che si chatta quasi come se il mondo si fermasse se in quel dato momento non riuscissimo a compiere queste operazioni.
E noi dove ci siamo persi? Non riusciamo ad andare oltre lo schermo siamo insicuri e non riusciamo nemmeno a troncare una relazione comunicando ciò che non proviamo più o semplicemente ciò che è cambiato in noi e pensare che occorrerebbe davvero così poco per lasciar parlare la mente ed il cuore.
Ci siamo dimenticati o sono riusciti a farci dimenticare la bellezza di alcuni piccoli momenti o di alcuni piccoli particolari, sono riusciti a renderci tutti uguali uniformati nel vestire, nell’espressione, silenziosi servitori della tecnologia a dispetto della qualità del nostro tempo.
Il tempo è il regalo più importante che possiamo fare alle persone ed è anche il regalo più importante che possiamo fare a noi stessi.
Impariamo a riprenderci le nostre coscienze e le nostre conoscenze ,non smettiamo di essere curiosi ed incuriositi dalla vita, non perdiamoci lo spettacolo che la vita ci offre e soprattutto non rendiamoci complici di un sistema che ci ha dimenticati dandoci l’illusione di poter governare tutto con un click.
Solleviamo gli occhi dagli schermi e ricominciamo ad ascoltare le nostre emozioni e le nostre sensazioni, ricominciamo a parlare con le persone, riscopriamo la magia di un alba o di un volto che si staglia a pochi centimetri da noi, non proviamo vergogna per avere ancora delle cose da dire, da condividere, da donare proviamola piuttosto per l’esserci dimenticati di noi esattamente come ci hanno portato a fare, indietro non si torna ma si può andare avanti mettendoci il cuore ed abbandonando i link precostruiti che parlano per noi usiamole queste meravigliose parole ed usiamola questa testa che abbiamo la grande fortuna di avere, lasciamo tracce di noi per arrivare agli altri, per tornare lentamente a sentirci vivi .

venerdì 29 agosto 2014

PENSIERI IN UNA MATTINA D’ESTATE di Anna Lisa Minutillo



I miei passi sulla sabbia, il mio incontro con il mare e sempre i miei pensieri che silenziosi riecheggiano la mattina, all’alba, quando intorno ci solo pace e il canto del mare.

Avevo bisogno di ritrovarlo e di ritrovarmi in questa vastità che è la vita, giorni di pensieri e di  tumulti del cuore, giorni in cui si continua a sperare che ritorni un po’ di umanità nei cuori delle persone che confuse, stordite, perse, continuano a sperare in un mondo migliore, un mondo dove non si debba più leggere di dolore, un mondo dove torni ad albeggiare abbracciandoci con quella e di quella luce di cui abbiamo bisogno.

Vedo questa vastità riempirsi di corpi esanimi, privi di vita che galleggiano nel suo abbraccio, vedo i sogni infranti di chi si reca qui da noi attendendo conforto e pace, vedo gli occhi distratti continuare a non capire, vedo questo silenzio o leggo parole usate a sproposito e non so come fare, vorrei stare zitta per esprimere lo sdegno, vorrei urlare silenziosamente e questo urlo continua imperterrito dentro me, non si zittisce, non mi da tregua, mi dilania, non chiude le ferite ma le amplia a dismisura, mi fa compagnia, una compagnia che non vorrei ma di cui non posso e non riesco a fare a meno, poiché non mi scivola addosso la vita.

Avrei voluto non sentire più di donne che vengono uccise come se fossero manichini senza anima, avrei voluto non assistere impotenti a decapitazioni che fanno pensare ad un film horror, che nemmeno i grandi registi cinematografici hanno mai realizzato, avrei voluto non sentire più che chi viene privato del lavoro preferisce scegliere il suicidio alla continuazione di una vita che non offre loro più la dignità di essere vissuta, avrei voluto…

Si susseguono giorni in cui i passi diventano pesanti e le orme che si cerca di lasciare nel cuore di qualcuno sembrano svanire al primo passaggio di un’onda birichina, che si diverte a cancellarle; si attendono soluzioni e non ci si comprende più, non ri riesce più a far emergere il buono che c’è, si soffoca silenziosamente, si nascondono i sentimenti perché esporli vuol dire mettersi a nudo e sentirsi vulnerabili, si confonde questo con la vergogna che dovrebbe provare chi invece sta facendo di tutto affinchè questo accada.

Tutti persi nei propri pensieri, tutti con un bel telefonino in mano a condividere immagini di sorrisi e lauti pranzi, di tramonti e di mare e nessuno che scava o guarda dentro, nessuno che corre verso l’altro e l’abbraccio che gli invia tramite uno smile non è in grado di donarlo nella realtà, si fuggono gli incontri, si spostano gli sguardi, non si regalano sorrisi; c’è crisi anche per dispensare quelli, o forse c’è molto poco di cui dover sorridere e così si dimentica la vita.

Molti i miei passi sulla sabbia, molti i miei risvegli all’alba, molti gli scatti alle piccole cose che fanno grande la vita, molti gli instanti che ho voluto fermare nel cuore, molte le parole come sempre non dette, molti i silenzi che invece hanno parlato e sono sempre qui, sempre a chiedermi il perché di tutta questa cattiveria che gioca a strattonare le vite, le nostre vite che invece avrebbero solo bisogno di luce, di trasparenza, di speranza, di opportunità che superficialmente non ci regaliamo perché un po’ ci siamo arresi e non deve essere così.

Doveva essere pace, comunione, ritrovarmi con il mio elemento, ritrovare l’anima che infondo non ho mai perso, è stato un  cammino lungo i miei pensieri mai terminato, solo mitigato dalle onde che tanto adoro, da questo cercare sempre questo mare, da questo immergermi nei pensieri in modo totale .

E’ stato un percorrere la mia strada mai abbandonata, è stato ed è il camminarla e viverla questa vita senza restare insensibile, senza lasciare che il mare possa bagnare e portare con se tutti i momenti che invece andrebbero fermati e non abbandonati.

Sorge il sole come sempre, si colorano le nuvole, nasce il giorno e si apre alla vita così come dovrebbero fare i cuori di tutte le persone, ci si dovrebbe sempre aprire alla vita, si dovrebbe riuscire a trovare la forza di emergere dall’oscurità, si dovrebbe sempre reagire e si dovrebbe partire da qui: dalle nostre orme, dal nostro esserci, dalle piccole cose, dai profumi di sale, dalla volontà di non darsi per vinti, dalla luce che dopo il buio imperterrita torna a splendere.

Non riconosco l’uomo a volte, non riesco a paragonarlo neanche agli animali, vorrebbe dire offenderli poiché loro non agirebbero mai così, provo vergogna per chi commette queste atrocità, provo orrore per chi prima amava e dopo uccide l’oggetto del suo amore, provo rabbia per la normale quotidianità che vede crescere i numeri delle morti e le spunta così, gli dà una rapida lettura e non si sofferma, ormai fanno parte della vita, del vivere, ma questo signori miei è morire non vivere.

Ci stanno uccidendo lentamente e maledizione io non voglio morire! Né fuori e nemmeno e soprattutto dentro.

Mi ci aggrappo con tutte le forze a questa vita, non smetterò mai di vederla come un dono, non smetterò mai di credere che lo si può cambiare questo mondo, lasciamoci bagnare dal mare, lasciamo che porti via tutto il male che c’è ed emergiamo da questo tuffo puliti e ripuliti dentro e fuori, facciamolo perché si tratta di noi.

Un abbraccio dato realmente è molto meglio di qualche smile dispensato a casaccio solo perché va di moda così!

I miei passi nei vostri, il mio mare in tempesta, il mio sorriso ed una felicità immensa per avervi ritrovati, che sia sempre mare, che sia sempre luce, che sia sempre vita!