Ho già detto che le telecamere che il Comune sta installando per
risolvere, secondo me, non sono una soluzione efficace per l’ordine pubblico.
Ne ho già spiegato i motivi e ve li riassumo: l’ordino pubblico è prevalentemente
un problema culturale. Se i Montegranaresi abbandonano il loro paese, non lo frequentano,
non lo vivono, giocoforza gli spazi vuoti vengono riempiti. È il caso del campo
dei tigli, situazione più macroscopica, ma è il caso di tutte le zone di Montegranaro
che stanno gradualmente degradando. In sostanza: per recuperare la sicurezza
bisogna recuperare la vivibilità, per recuperare la vivibilità occorre creare i
presupposti perché questa sia completa e diffusa su tutto il territorio. Le
ultime vicende (vedi la ghettizzazione del centro storico) vanno in direzione
contraria.
Ma l’installazione di telecamere suscita anche perplessità di altro
genere. Il diritto alla riservatezza dei cittadini è messo a rischio,
soprattutto dal fatto che la rete di controllo video sarà mista, con la
concorrenza di apparecchiature private e da privati controllate. Esiste quindi
la possibilità che le telecamere prolifichino soprattutto per la concorrenza
del privato. La domanda ora è questa: se la fiducia nel pubblico deve essere
incondizionata, chi controllerà il privato e l’utilizzo che farà delle sue
apparecchiature di vigilanza? Come ci si potrà assicurare che il diritto alla
riservatezza del cittadino verrà salvaguardato?
Luca Craia