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lunedì 2 marzo 2015
Sei gay? Non puoi più guidare - di Anna Lisa Minutillo
Continuiamo a ritenerci persone mature ,preparate, di larghe vedute ma di largo alla fine possediamo solo la bocca che più i cervelli sono piccoli e più compensiamo con il parlare a sproposito spalancando troppo per farle prendere troppa aria tutta quella di cui priviamo chi se non lede la libertà altrui ha tutto il diritto ad accompagnarsi a chi vuole nella sua vita perché la vita è solo sua e non di chi la giudica senza soffermarsi un solo attimo a riflettere.
martedì 14 gennaio 2014
L’insegnamento di Sharon che cade nel vuoto
Come sempre accade, alla morte di
qualcuno si evidenziano i lati positivi e si tralasciano quelli negativi. La
stessa procedura, conscia o inconscia che sia, si applica sui media quando
personaggi di rilevo che passano a miglior vita. Il fatto che magari in vita di
cose positive ne abbiano fatte davvero poche rende le cose difficili ma, come
hanno dimostrato in questi giorni i nostri giornali e telegiornali per la morte
di Ariel Sharon, non impossibili. I vari “coccodrilli” proposti dalla nostra
informazione hanno parlato di tutto e di niente ponendo l’accento su quella che
è forse l’unica decisione umana e positiva presa dallo statista israeliano in
vita sua e passando velocemente sulla sfilza di orrori che la sua mente ha
generato.
E di orrori, Sharon, ne ha compiuti
molti, sia da militare che da politico. Ha la responsabilità diretta e
indiretta di migliaia di morti ma soprattutto ha responsabilità politiche
pesantissime tanto da poter affermare che la situazione attuale del Medio
Oriente è anche conseguenza delle sue scelte politiche. Delle tante colpe di
cui possiamo accusare Arik ce n’è una
che forse è la più pesante: quella di aver alimentato e motivato, col suo
comportamento, con le sue azioni e con il suo pensiero, l’antisemitismo nel
mondo. È proprio il suo Popolo quello che ha subito più danni dalle sue azioni
in quanto l’oltranzismo razziale, la cecità politica, la temerarietà strategica
e la disumanità delle decisioni hanno portato a non recepire nemmeno l’unica
azione politica sensata di tutta la sua carriera: il ritiro da Gaza e
Cisgiordania dei coloni, un gesto che avrebbe dovuto innescare reazioni
positive e che invece, proprio a causa dell’estremizzazione dei rapporti
generata dalla sua politica,
causò conseguenze negative sia in patria che in
campo avversario. Va anche detto che, in ambito palestinese, la mentalità non è
mai stata tanto differente da quella di Sharon stesso. Da qui la sostanziale
inutilità del ritiro da Gaza.
A piangere Sharon, con tutto il rispetto che si deve a qualsiasi essere
umano e alla sua vita, sono stati e saranno in pochi. A ricordarlo saranno in
molti e la storia tratterà la sua biografia come dovuto, traendone le lezioni
necessarie. Purtroppo l’informazione di massa non ha colto nemmeno questa volta
l’occasione per analizzare un tratto della nostra storia e prenderne spunti
opportuni per capire la situazione mondiale attuale.
Luca Craia
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