Discorrevo con un amico
carissimo, col quale spesso mi trovo a disquisire di faccende politiche
nostrane e non e delle cui discussioni prendo spesso spunto per poi scrivere
qui, e ci siamo accorti di una pittoresca metafora che accade al paesello: i
cantanti di Sanremo.
I cantanti di Sanremo non li vedi
mai durante l’anno, solo a Sanremo. Appaiono una settimana prima e scompaiono
due settimane dopo. Non li vedi più. Non senti più la loro canzone. Arrivano,
cantano, si prendono la loro dose di applausi o fischi, si fanno votare dalla
giuria, ritirano il premio se c’è e poi ritornano nel bozzolo, a prepararsi per
il prossimo Sanremo.
C’è anche il big, che dura di
più, fa performance più spalmante nel tempo, lo vedi sui giornali ogni tanto,
va in televisione. Il big non fa solo Sanremo, magari fa anche uscire un disco
autonomo. Però a Sanremo ci va e fa la sua porca figura.
Poi ci sono ne nuove proposte,
quelle mai viste né conosciute, che arrivano sul palco e vengono annunciati
come se tutti dovessimo sapere chi siano. Arrivano, cantano, si prendono la
loro dose di applausi o fischi, si fanno votare dalla giuria, ritirano il
premio se c’è e poi ritornano nel bozzolo a mutarsi in cantanti di Sanremo
professionisti.
Ecco, non so se è chiara la
metafora, a Montegranaro non c’è Sanremo ma quest’anno ci sono le elezioni.
Luca Craia