Ci sono persone che hanno a cuore la loro terra e si prodigano per
farla crescere, per promuoverla, per far sì che quell’immenso patrimonio culturale
che abbiamo a disposizione diventi patrimonio comune, anche economico. Ci sono
persone che spendono tempo, denaro, fatica, sacrifici per far sì che la loro terra
migliori, culturalmente e economicamente, impegnandosi con dedizione e
passione. E poi ci sono le Istituzioni. Quelle Istituzioni incapaci di vedere
più lontano dal loro naso e, nel caso quest’ultimo sia troppo lungo, nemmeno la
punta dello stesso.
Questa volta non mi riferisco a Montegranaro, anche se il ragionamento
calzerebbe a pennello anche per i miei amministratori, ma al limitrofo paese
cugino di Sant’Elpidio a Mare. Lì c’è un’associazione che da anni e in quasi
perfetta solitudine lotta per valorizzare quel tesoro inestimabile che è la
Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti, ottenendo risultati
notevolissimi. Il primo risultato è stato l’apertura al pubblico del sito, e
non mi pare per niente poco. Ora sta portando gente, tanta, a visitare questo
fondamentale pezzo di storia e questo potenziale capitale turistico per tutto
il territorio E di gente ce ne va tanta, a Santa Croce, proprio grazie all’impegno
dei soci dell’omonima associazione.
Oggi c’era una manifestazione interessantissima, con esibizioni di
falconieri e armigeri in costumi d’epoca. Era una manifestazione dal forte
richiamo e, infatti, si è presentata un sacco di gente malgrado il tempo non
promettesse niente di buono. Il tempo, infine, ha mantenuto le promesse ed è
piovuto in abbondanza. Ciononostante i visitatori sono rimasti, anche se, poi,
si è deciso di rimandare il tutto a domenica 21 giugno. Niente di grave.
Grave è, invece, lo stato delle strade che portano a Santa Croce.
Ignobile, direi. Vergognoso. Degno di un paese del terzo mondo. A Sant’Elpidio
a Mare riescono quasi a superare i colleghi (della stessa parte politica, tra l’altro)
di Montegranaro in fatto di scarsa(issima) sensibilità, lungimiranza pressochè
nulla e, consentitemi, stupidità amministrativa. Arrivare a Santa Croce, oggi
(ma in realtà anche col bel tempo) era cosa ardua per le condizioni delle
strade. Che ci vorrebbe a renderle un pelino migliori? Ci vorrebbe una
depolverizzazione. Ci vorrebbe intelligenza. Ci vorrebbe uscire dalla grettezza
del ragionamento politico e guardare lontano. Le strade che portano a Santa
Croce, impantanate e infangate, indicano il rispetto che la politica ha per i
nostri beni culturali, per chi si impegna per valorizzarli e per la gente che
ne gode e ne vuole godere. Le strade che portano a Santa Croce sono una
vergogna. Solo che chi si deve vergognare non lo fa.
Luca Craia