Oggi, dopo
la neve e dopo la chiusura dovuta alle ennesime verifiche sugli stabili a causa
dell’ennesimo terremoto in pochi mesi, a Montegranaro si torna a scuola. Ci si
torna tutti tranquilli, come se niente fosse accaduto e come se niente dovesse
accadere. Eppure le scosse di due giorni fa hanno fatto paura. Eppure le faglie
sono aperte ed è dallo scorso agosto che la terra trema incessantemente. Eppure
la magnitudo elevata dell’ultimo evento dovrebbe far riflettere sul fatto che non
siamo al sicuro.
Oggi sul
Corriere Adriatico, Tondi, il noto e stimato geologo e sismologo di Camerino e
Sindaco di Camporotondo, che ha fatto un’analisi fin qui precisissima di quanto
sta accadendo nella nostra area geografica, spiega in maniera chiara ma
scientificamente dettagliata quali rischi si corrono. Il succo del discorso di
Tondi è che siamo in piena crisi simica, una crisi che, a quanto pare, si
ripete con una ciclicità di circa 350 anni, per cui si può anche guardare
indietro nella storia per capire cosa potrebbe aspettarci. E quello che ci
aspetta non è un periodo in cui si possa abbassare la guardia, perché le faglie
sono attive e è possibile anche il verificarsi di nuovi eventi con magnitudo
superiore a 6.
Torniamo a
Montegranaro: come ben sappiamo, la scuola di Santa Maria ha un indice di
vulnerabilità sismica di 0.35 su un indice ideale di 1. È estremamente basso ma
a noi sta bene così: l’abbiamo riaperta a ottobre e la riapriamo ora. Il
rischio è elevatissimo, accadesse quello che paventa Tondi le conseguenze sono
ben immaginabili. Lo sanno in piazza Mazzini, hanno uno studio dettagliato dell’ingegner
Renzi di cui tanto si è parlato. Hanno un progetto di miglioramento che eleverebbe
l’indice da 0.35 a 0.7. Ma si torna a scuola,
in piena crisi sismica, con un indice di 0.35.
E i
Montegranaresi? Tutti zitti, tranquilli. A Fermo, i genitori dei ragazzi del
Liceo Classico hanno espresso grande preoccupazione anche in maniera forte perché
la scuola ha un indice di vulnerabilità sismica di 0,7, quello a cui noi
porteremmo la scuola di Santa Maria dopo un intervento di miglioramento, già
progettato e finanziato, che costerà 580.000 Euro. Spenderemmo 580.000 Euro per
una scuola che non sarà mai sicura, una scuola che, in altre realtà, i
cittadini non accetterebbero.
Io credo che
a Montegranaro il sistema scolastico vada ripensato nel suo insieme. Guardiamo
Rapagnano: hanno investito in un polo scolastico moderno, funzionale e sicuro.
Da noi buttiamo via più di mezzo milione di Euro per avere una scuola
scarsamente sicura. Come del resto tutte le altre. Credo che l’assurdità del
ragionamento sia evidente. Cosa fare? Intanto portare via i bambini da Santa
Maria immediatamente e trasferirli negli altri plessi che, quanto meno, sono
più sicuri. Poi bisognerebbe ripensare il tutto, abbandonare il progetto di
miglioramento sismico in atto e riformularne uno, magari guardando a un polo
unico come quello di Rapagnano. Non è assurdo, i fondi si trovano ma ci vuole
coraggio e volontà, doti che sembrano mancare ai nostri amministratori. Ma, per
prima cosa, portiamo al sicuro i ragazzi.
Luca
Craia