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domenica 23 ottobre 2016

Il caso di Battista e il politicidio. Come ti faccio fuori il personaggio scomodo.



Chi ha fatto fuori il politico più importante di Montegranaro? Chi ha distrutto la carriera del Montegranarese più “alto in grado” nell’apparato? Facile dire che sia stato don Diego Della Valle, un po’ troppo facile. Questa storia stride da tutte le parti, a cominciare dai titoloni di giornale apparsi improvvisamente ieri esplodendo in edicola e nei bar come una bomba a orologeria.
La storia stride perché il rapporto di lavoro tra le due aziende, quella di Di Battista e la Tod’s, non è nato ieri, così come non può essere nato ieri il presunto traffico di merce firmata. L’azienda del Presidente di Unioncamere Marche collabora con quella dello Zorro di Casette d’Ete da decenni e don Diego non è certo uno che si faccia prendere per il naso facilmente, sono in molti a sapere bene quanto sia affilata la sua spada e a essere stati segnati sul sedere con la sua Z... pardon… T. Quindi, a mio modesto parere, questa improvvisa scoperta dell’infedeltà commerciale del partner puzza un pochino di farsa. Ma vedremo, ci sono indagini in corso.
Quello che era chiaro già da tempo era il problema politico legato a Graziano Di Battista. La scadenza del suo mandato alla Camera di Commercio e la necessità politica di mettere un altro uomo al suo posto poneva lo schieramento nazionale che lo sostiene in serie difficoltà: come ricollocare un personaggio che pesa molto ma che, probabilmente, non è il più facile da collocare? Che ruolo dargli nel panorama politico locale senza farlo scendere di livello, evitando spaccature e traumi all’interno dell’alleanza? Posti liberi non sembra ce ne siano. Ecco che questo bello scandalo casca, come si dice, a cocco di pippa.
È un politicidio? Sembra, ma è difficile da dirsi e, in realtà, non lo sapremo mai. Certo è che Di Battista sembra finito, politicamente parlando. Per lui non è pensabile nemmeno un collocamento inferiore, nel panorama politico di paese. Chi ci guadagna? Credo siano in diversi ad avere vantaggio da questa sua fine repentina. Chi ci rimette è evidente: oltre a lui direttamente, il danno lo subisce Montegranaro, perdendo l’ultimo esponente politico ad alto livello. Ora ci rimane solo Perugini. E ho detto tutto.

Luca Craia

giovedì 5 novembre 2015

Vatileaks e come vanno le cose in questo Paese



Non che io creda che non sia vero che, per esempio, il cardinal Bertone viva in un appartamento i extralusso e magari l’abbia pagato con soldi che non gli competessero. E credo anche che, in linea di massima, esista un clero corrotto, arrivista, cinico che, di fatto, zavorra e affossa ogni sforzo di riformare e rendere più credibile la Chiesa Cattolica. Del resto, come ho più volte detto, la Chiesa è l’organizzazione più grande e complessa che esista al mondo ed essendo umana racchiude in sé tutto il male e il bene del mondo.
Ciò che dovrebbe quantomeno meravigliare è il fatto che tutto questo venga agli onori delle cronache in momenti ben precisi. Tipo questo. Papa Francesco fa politica e la fa bene. È progressista nel modo giusto, sta riformando la Chiesa partendo dai suoi gangli più nascosti ma sta anche comunicando in maniera perfetta fornendo una nuova immagine che piace e conquista anche i laici e i non credenti. Ma, soprattutto, parla di temi socialmente e politicamente importanti e lo fa in un modo spesso molto più moderno dei politici. Evidentemente questo a qualcuno non piace.
Una volta i Papi scomodi li ammazzavano. Benché ancora non ne esista la prova, siamo tutti convinti che Giovanni Paolo I sia stato fatto fuori. Oggi non li ammazzano più, almeno non fisicamente. Oggi li delegittimano con la diffamazione, il discredito, facendogli terra brucata intorno, dando un’immagine distorta che, mano a mano, diventa reale nelle coscienze della gente. E così oggi sappiamo che ci sono cardinali che si fanno appartamenti principeschi con i soldi dei bambini malati. E lo sappiamo dopo la falsa notizia che il Papa ha un male al cervello che, badate bene, è sì benigno ma lo fa sragionare. E questa notizia falsa viene diffusa da giornalisti indegni all’inizio dell’ultimo Sinodo, quasi in contemporanea col cardinale omosessuale che fa coming out. Insomma, è in corso un papicidio senza spargimento di sangue. Come, del resto, oggi si fa in politica, anche a livelli molto bassi, anche nei nostri paesini. Non uccideranno papa Bergoglio, ma cercheranno di distruggerne l’immagine e le dignità. Ma non sarà facile.

Luca Craia

giovedì 12 febbraio 2015

Scandalo rimborsi Regione Marche. L’elenco degli inquisiti

Ricordando che un inquisito non è necessariamente colpevole, credo sia giusto diffondere l’elenco completo dei Consiglieri Regionali indagati nell’inchiesta relativa ai rimborsi ai gruppi consiliari ai quali viene contestato il reato di peculato:

Luca Acacia Scarpetti (Idv)
Francesco Acquaroli
Fabio Badiali
Stefania Benatti
 Massimo Binci (Sel)
Giuliano Brandoni (Rifondazione Comunista)
Ottavio Brini (Forza Italia)
Raffaele Bucciarelli (Fds Pdci-Prc)
Giacomo Bugaro (Forza Italia)ù
Gianluca Busilacchi (Pd)
Valeriano Camela (Udc)
Giuseppe Canducci
Franco Capponi (Forza Italia)
Adriano Cardogna (Verdi)
Mirco Carloni (Ncd)
Guido Castelli
Graziella Ciriaci (Forza Italia)
Francesco Comi
Giancarlo D'Anna
Massimo Di Furia
Antonio D’Isidoro (Gruppo Misto)
Sandro Donati
Paolo Eusebi (Idv)
Andrea Filippini
Elisabetta Foschi
Enzo Giancarli
Sara Giannini
Roberto Giannotti (Forza Italia Ppe-Pdl)
Paola Giorgi (Idv e assessore alle pari opportunità)
Dino Latini (Api Liste Civiche-Italia)
Leonardo Lippi
Marco Luchetti (Pd e assessore al lavoro)
Maura Malaspina (Udc e assessore all’ambiente)
Katia Mammoli
Enzo Marangoni (Lega Nord)
Luca Marconi (Udc)
Erminio Marinelli (Per le Marche)
Francesco Massi Gentiloni Silveri (Pdl - Ncd)
Almerino Mezzolani
Luigi Minardi
Adriana Mollaroli
Giulio Natali
Rosalba Ortenzi (Pd)
Fabio Pagnotta (Udc)
Pietro Enrico Parrucci (Forza Italia)
Paolo Perazzoli
Paolo Petrini
Giuseppe Pieroni
Moreno Pieroni (Psi)
Fabio Pistarelli (An)
Cesare Procaccini (Partito Comunista)
Mirco Ricci (Pd)
Roberto Oscar Ricci
Lidio Rocchi (Gruppo Misto)
Franca Romagnoli (Forza Italia Ppe-Pdl)
Angelo Sciapichetti
Daniele Silvetti (Fli)
Vittoriano Solazzi (Gian Mario Spacca Presidente)
Franco Sordoni (Gruppo Misto)
Gian Mario Spacca (Presidente della Regione)
Oriano Tiberi (Forza Italia)
Gino Traversini
Umberto Trenta, Luigi Viventi (Udc e assessore ai trasporti)
Roberto Zaffini (Lega Nord)
Giovanni Zinni (Fdi).

mercoledì 4 giugno 2014

Che speranze, povera Italia?



Che speranze abbiamo, povera Patria nostra, di vederti salva, al sicuro dalle grinfie di questi malfattori che ti stanno depredando? Come facciamo a non cadere nel qualunquismo quando assistiamo al quotidiano saccheggio della nostra casa comune da parte di chi l’amministra per nostro conto, senza distinzioni di estrazione culturale o politica? Che futuro possiamo augurarci quando vediamo da nord a sud una banda di criminali che imperversa nei comuni, negli enti pubblici, nelle commissioni, nelle associazioni? Che futuro possiamo desiderare per i nostri figli vedendo la nostra classe dirigente incapace di affrancarci, il nostro mondo produttivo incapace di reagire, la nostra potenzialità creativa e imprenditoriale surclassata, la nostra dignità internazionale calpestata a causa della manifesta incapacità di chi dovrebbe tenerne alto il nome?
E la speranza dove potrebbe essere riposta? In un urlatore, imprecatore, turpiloquista come Grillo? O in un delirante demagogo come Casaleggio? O in un imbonitore piacione come Renzi? In un puttaniere come Berlusconi? In fascisti malcelati, comunisti mai pentiti, qualunquisti, mezzetacche, elettori appassionati da quarantottore, attivisti disattivati a urne chiuse? O forse saranno quei ragazzi che, talvolta sbagliando, stanno cercando di fare qualcosa? La speranza è nell’affrancarsi dalla denuncia pura e passare alla proposizione, al progetto realizzabile, al confronto costruttivo, alla volontà di sederci e progettare il futuro. Piccola, fragile speranza, ma nutriamola, ancora per un po’. Non facciamoci portare via pure questa dai ladroni di Roma, Milano, Venezia e d’ogni dove di questo sciagurato amato Paese chiamato Italia.

Luca Craia