Abbiamo assistito, ieri sera, all’ennesima prova di come la politica
montegranarese, che poi nel gioco tra micro e macrocosmo specchia riducendo in
scala la politica nazionale, sia scesa a livelli infimi e, ciononostante,
continui a scendere. Abbiamo visto mettere alla scoperta tutti i limiti della
nostra classe politica, in particolar modo di quella che ci governa, il
pressapochismo, la scorrettezza, quella sottile cattiveria (che poi tanto
sottile non è) che contraddistingue l’operato di taluni personaggi e
appesantisce fortemente il clima generale. Chi ha assistito al Consiglio Comunale
di ieri sera ha potuto vedere e constatare che, quando su queste pagine parlo
di inadeguatezza, probabilmente non sbaglio. Il Consiglio Comunale è nudo, e
ieri lo abbiamo visto tutti.
Interrogazioni, a che servono? Se le risposte puntualmente non vengono
date, possiamo anche non farle. Non si è risposto a quella del Movimento 5
Stelle sulle barriere architettoniche, dove un vaghissimo Aronne Perugini ha
parlato di inserimento nel progetto di ristrutturazione del Municipio di misure
atte all’eliminazione degli impedimenti fisici per disabili e persone con
difficoltà deambulatorie. Ma di PEBA ancora non si parla e quindi è come se
parlassimo di aria fritta. La cosa triste è che Perugini lo sa, ma pensa ad
altro. E intanto, se va bene, elimineranno quattro scalini ma Montegranaro rimarrà
una città urbanisticamente ostile ai disabili.
Non ha risposto Beverati all’interrogazione di ViviAmo Montegranaro
sulle gravi affermazioni fatte due anni fa circa la Calepio Scavi, ribadite in
un recente Consiglio Comunale e, come se non bastasse, riconfermate a mezzo
stampa. Lucentini, che ha illustrato l’interrogazione, è stato insolitamente
morbido, dichiarando la sua convinzione che Beverati abbia soltanto detto una
castroneria. Non sarebbe la prima. Ma Beverati non coglie l’assist, forse
involontario, che il coordinatore della Lega nostrana gli fa e si impantana in
un discorso inconcludente in cui, in sostanza, dice che, essendo lui
legittimato dal voto, può dire tutte le castronerie che vuole. Ma non ci spiega
cosa volesse dire quella volta. Speriamo che almeno i 5 Stelle vadano avanti
per le vie legali più volte annunciate, in modo che si possa fare chiarezza su
questa vicenda che rimane, come la giri, inquietante. Inquietante se davvero
Beverati fosse stato a conoscenza di fatti gravi e li avesse taciuti ma
inquietante anche se fosse vera la tesi di Lucentini, ossia che l’assessore al
centro storico abbia solo detto una castroneria. Di assessori che dicono
castronerie possiamo tranquillamente fare a meno.
Poi si passa al punto, non all’ordine del giorno, della creazione del
gruppo autonomo di Sel. Non era all’ordine del giorno e questo fa imbufalire il
vicesindaco che, fuori microfono, attacca durissimamente il Presidente
Antonelli che, poco dopo, lascerà l’aula. Le motivazioni di Sel sono note, ma
la maggioranza si arrocca sulla questione della richiesta dell’assessorato da
parte del gruppo di Marilungo, richiesta che sarebbe stata fatta subito dopo le
elezioni e, non essendo stata soddisfatta, avrebbe creato fin da allora la
spaccatura che oggi porta Sel sostanzialmente all’opposizione. Si glissa, però,
su quello che è il nocciolo della faccenda, ossia l’accusa che Sel fa in
maniera forte e decisa alla maggioranza di essere governata da una triade (e
mezzo), che non c’è dibattito interno, che non c’è partecipazione. Tutti sono
sudditi di Regina, Vicerè e Presidente.
In una sola serata abbiamo visto l’uscita dalla maggioranza dei due
consiglieri di Sel ma abbiamo anche assistito alla conclamazione della
spaccatura insanabile tra la giunta e il Presidente del Consiglio, con un
atteggiamento di sfida sfrontata da parte del Vicesindaco Ubaldi che lascia
pochi dubbi su chi comandi davvero in maggioranza. Solo che, così, i numeri si
fanno piccoli, lo spazio stretto. La maggioranza è solo a +1 consigliere e
basta un’influenza, un raffreddore, per metterla in difficoltà. Questo il
vicesindaco dovrebbe saperlo ma non sembra curarsene e prima si avventa su
Antonelli senza microfono, poi, a microfono aperto, chiarisce che della figura
del Presidente del Consiglio si può fare anche a meno, con un linguaggio molto
politichese per non dire di peggio. Solo che il voto del consigliere Antonelli
potrebbe essere utile, ma mi sa che ora se lo possono scordare.
Tra le tante scaramucce, di rilievo l’intervento dell’ex consigliere
De Luca che, tirata in ballo dalla minoranza per evidenziare come l’Amministrazione
Mancini stia perdendo pezzi, recapita al Sindaco un messaggio che viene letto
in aula, creando un pericoloso precedente perché, a questo punto, ogni
cittadino può recapitare messaggi ai consiglieri e farseli leggere in
Consiglio.
Concludendo: la maggioranza è sempre più minoranza non solo a livello
di consenso popolare ma anche numerico. Ora si governerà con un margine esiguo
e forse toccherà davvero farsi salvare da Gianni Basso. Accadesse, ci sarebbe davvero
da divertirsi.
Luca Craia