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giovedì 30 gennaio 2014

Il più brutto momento della storia di Montegranaro



Come dicono quelli che leggono questo blog sporadicamente e, probabilmente, ne leggono solo i titoli perché gli articoli, forse, richiedono troppa attenzione, ora faccio quello che vede le cose negative. Purtroppo se fossimo in molti a vederle, queste cose negative, probabilmente non ve ne sarebbero così tante perché chi è preposto a far sì che le cose siano migliori presterebbe maggiore cura affinché le proprie negligenze non vengano rilevate.
Così, se i cittadini di questo disgraziato paesello del Piceno, memore di un’ormai antica quanto forse irripetibile prosperità, avessero prestato maggiore attenzione ai fatti della politica, quella politica tanto vituperata ma che, nel bene o nel male, regola le nostre vite, forse oggi non ci troveremmo con un Comune guidato da un funzionario, per quanto ottimo, ma non eletto da noi cittadini, e non ci troveremmo condannati a un futuro senza investimenti per far crescere la città, senza la possibilità di una progettazione, un futuro senza futuro, almeno nel breve-medio periodo.
La notizia del nuovo debito del nostro Comune, un debito enorme che svuoterà le casse comunali e per evitare il quale pare vi sia poco da tentare, appare come una condanna senza appello, una condanna che colpisce prima di tutto una scellerata classe politica che ha guidato la città negli ultimi dieci-quindici anni, ma che ricade sulle teste dei cittadini che, a veder bene, non sono del tutto incolpevoli.
Indicare questi amministratori come una disgrazia, condannarli per la loro incompetenza, per la loro negligenza, per la loro superficialità (senza tirare in ballo onestà e rettitudine) è inutile. Perché nemmeno chi era all’opposizione, istituzionalmente preposto a controllare e denunciare situazioni come questa, ha voluto o potuto scongiurare questo disastro. E nemmeno noi cittadini ci possiamo chiamare innocenti, noi che per ben tre consiliature consecutive abbiamo dato mandato agli stessi che, nel tempo, ci hanno regalato palazzetti dello sport scheletrici, torri filosofali spaziali costosissime, tantissime fontane, centri commerciali inutili e ci hanno privato di verde, strade percorribili, servizi efficienti, teatri e strutture pubbliche, un centro storico vivibile, una città dove poter pensare al futuro.
Ora torneremo a votare e dovremo scegliere sempre tra gli stessi soggetti che, privi anche di umano senso di pudore, verranno a convincerci che il loro progetto è il migliore, un progetto che sarà, in virtù del nuovo debito e di molti potenziali altri che verranno, sostanzialmente irrealizzabile, qualunque esso sia. I nomi dei responsabili li sappiamo ma si ripresenteranno a chiederci di rappresentarci.
C’è un lato positivo in tutto ciò, tanto per smentire quelli che leggono solo i titoli e che fino a questo punto dell’articolo non ci arriveranno: non avremo, nei prossimi cinque anni, torri multicolore e nuove mirabolanti fontane. Ma non avremo nemmeno ciò di cui abbiamo bisogno: servizi, manutenzione, una città efficiente. E chiunque vinca le prossime elezioni in realtà avrebbe fatto meglio a perdere. Perché se è onesto dovrà amministrare debiti. E se non lo è ne contrarrà di nuovi. Che tutti noi, come sempre, pagheremo.

Luca Craia