Ero tra i
fondatori della Banda Omero Ruggieri. Lo Statuto dell’associazione l’ho scritto
io di mio pugno e ho presieduto io la prima assemblea dei soci, quella
costituente. Lo stesso logo dell’associazione è una mia creazione grafica. Ci
hanno militato entrambi i miei figli fina dal primissimo momento e uno ancora
si esibisce con la Banda, pur nella difficoltà di ritagliare i suoi tempi con
quelli del gruppo. È quindi logico che io abbia un forte legame affettivo con
questo progetto che ho visto nascere, dall’idea di Annalena Matricardi, ed evolversi
fino ad arrivare a oggi.
Credo, però,
che sia giunto il momento di cambiare marcia. Sono uscito dall’associazione
qualche anno fa per motivi personali e ho perso di vista quello che è il lato
decisionale dell’associazione, ma penso che la Banda Omero Ruggieri abbia
bisogno di scuotersi, di scrollarsi di dosso tanti fardelli che si porta dietro
dal passato e guardare al futuro come una realtà importante, anzi, imprescindibile
per la città di Montegranaro.
Le varie
vicissitudini che il progetto ha vissuto, dovute alla necessità di fondi sempre
più pressante e alla difficoltà di reperirli, hanno lasciato strascichi.
Attualmente la Banda vede una partecipazione di un’altra associazione, gli
Amici della Musica, che sono una sorta di azionisti di maggioranza, come un
loro socio ha affermato in una conversazione con me qualche tempo fa. Questo, e
la continua necessità di ricercare di fondi, tengono la banda lontana dal resto
del mondo associativo e, dopo tanti anni, le impediscono di diventare davvero
quello che dovrebbe essere per sua natura: un patrimonio comune.
La soluzione
è una sola: eliminare i problemi economici. Le strade privatistiche oggi sono
impercorribili ed è totalmente utopico quello che l’ex presidente Sandra Conti
chiede alla cittadinanza di Montegranaro: l’azionariato popolare, per essere
efficace, dovrebbe essere diffusissimo e, vuoi per la crisi, vuoi perché la
banda stessa stenta a farsi riconoscere come patrimonio comune, non vedo questa
come una strada percorribile. L’unica vera strada è che il Comune di
Montegranaro riconosca l’utilità sociale e culturale del progetto e lo finanzi
in toto.
La banda è
preziosissima perché fornisce educazione musicale, e l’educazione musicale è
fondamentale per la costruzione di una personalità aperta, intelligente e
disciplinata. Nel contempo svolge una funzione sociale in quanto fornisce ai
giovani, in quest’epoca di vuoto emozionale e morale, un obiettivo alto e
prezioso. Infine svolge un’innegabile funzione culturale, diventando strumento
utilissimo per ogni sorta di manifestazione cittadina. Tutto questo venga
riconosciuto dal Comune e sia motivo perché la Banda venga finanziata
pubblicamente. Del resto di soldi buttati via su progetti bislacchi ed effimeri
ne abbiamo visti anche troppi. Questo è un investimento per Montegranaro. Si
abbia il coraggio di farlo e si tolga dal pantano questa bella realtà che,
altrimenti, potrebbe avere un futuro piuttosto fosco.
Luca
Craia