È curioso che a ristabilire un principio antico come quello dell’inferiorità
dell’essere femminile sia proprio un esponente della sinistra progressista.
Nichi Vendola, leader dell’unico partito che ancora accreditavamo a sinistra in
Italia, se ne va in America e si compra un figlio, sancendo una volta per tutte
alcuni assiomi che direi fondamentali. Enumeriamoli:
1) la donna è essere inferiore. Essa è stata creata per concepire
figli e quindi deve essere a disposizione di chi ne volesse usufruire; Vendola
riesce con un colpo solo a disfarsi di tutti i progressi sociali legati alla maternità
e disintegrare ogni principio morale riconducibile alla genitorialità di
sangue, fisica. Il maschio che vuole un figlio che sia sangue del suo sangue
può affittare un utero, inteso come macchina per fabbricare figli, inseminarlo
ed avere un figlio suo, carne della sua carne. Poco importo se poi sia anche
carne della carne della donna che l’ha partorito in quanto questa non vale
niente se non per il fatto di essere in grado di partorire, appunto, per il
quale motivo viene opportunamente remunerata;
2) avere figli da donne che mettono a disposizione il loro utero è
prerogativa dei ceti abbienti, in quanto solo chi può pagare può permettersi di
comprarsi un figlio da una donna/oggetto. La mutua non te lo passa, un figlio;
3) l’uomo di governo e di legge (quale Vendola dovrebbe essere) può
fregarsene delle leggi italiane, andare all’estero e fare quello che vuole.
Insomma: le leggi italiane valgono solo per i poveracci che all’estero non ci
possono andare perché costa.
E guardate che tutto questo, con la cosiddetta “step child adoption”
non c’entra proprio niente.
Luca Craia