Leggo con una certa sorpresa, se non sbigottimento, la determina
numero 12 del 28/01/16 (stranamente, pubblicata sull’Albo Pretorio solo il 3
aprile) con la quale si decidono le sorti di un detenuto che, condannato in via
definitiva, richiede di scontare la pena presso il Comune di Montegranaro
usufruendo dell’istituto della pena alternativa. Di che si tratta? È una buona
cosa: consente ai condannati di evitare il carcere (o la pena pecuniaria)
lavorando in maniera gratuita per mansioni socialmente utili. Cosa buona
dicevo: dare l’opportunità a una persona di pagare il proprio debito con la
società rendendosi utile è rieducativo e redentivo. Con tale determina, quindi,
si accetta che un soggetto venga a lavorare gratuitamente per il Comune di
Montegranaro anziché scontare la sua pena in maniera tradizionale. Si noti,
però, che la cosa non è del tutto gratuita: ci sono da pagare alcune spese, tra
assicurazioni e contributi vari.
Quello che mi suona male, però, è il nome dello studio legale che
propone il progetto e che tutela il condannato: Studio Legale Perugini. Non
sarà, per caso, lo studio del nostro assessore? Spero di no, anche se, da un
punto di vista legale, immagino non ci sia nulla da eccepire. Però mi parrebbe
inopportuno il fatto che tale decisione, che avvantaggia in qualche modo lo
Studio Legale che assiste tale soggetto, venga presa da un’Amministrazione
Comunale dove il titolare dello studio legale stesso sia assessore. Infatti l’idea
che darebbe è piuttosto negativa per quanto riguarda la considerazione che si
ha della cosa pubblica che, in qualche caso, sembrerebbe vista come una propria
derivazione, quasi fosse un qualcosa di privato. Se il condannato fosse stato
mandato a scontare la pena in un altro Comune non ci sarebbe stato nulla da
dire. Ma speriamo sia solo un caso di omonimia tra studi legali.
Luca Craia